“Narrare e stare bene insieme”. Alla Fevoss di Verona il progetto che fa incontrare le generazioni
Quasi 158 anziani ogni 100 giovani. Da una riflessione su questi numeri (elaborazione Tuttitalia su dati Istat relativi al 2015) e dall'attenzione nei confronti delle risorse che la terza età può offrire nasce il progetto “Narrare e stare bene insieme” voluto da Fevoss Onlus e realizzato con il contributo della Fondazione Just Italia.
In calendario, negli spazi del Centro di Santa Toscana, otto incontri e una serie di laboratori creativi a cadenza settimanale: di musica e teatro, fotografia, poesia e racconti letterari, manualità per favorire il dialogo tra nuove generazioni e anziani, affinché siano sempre più attivi e partecipi della vita sociale.
«Non si può ridurre il concetto di anzianità al decadimento fisiologico, influisce ancor più fortemente lo stereotipo che un dato contesto sociale ha della vecchiaia» sostengono le due psicologhe psicoterapeute, Lucia Pizziolo e Anita Curreli, che condurranno alcuni incontri. Nell'immaginario collettivo il concetto di invecchiamento rimanda a una persona passiva.
Come si può invertire questa prospettiva quando è l’anziano stesso a sentirsi a fine corsa? Si tratta di un percorso di cambiamento di tipo sia culturale che personale. In tal senso, un gruppo di lavoro di persone anziane avrà la possibilità di incontrarsi e condividere le proprie “storie” ed emozioni provate. L'esperienza d’interazione, relazione e scambio potrà produrre nuovi sensi e significati alle personali vite, favorendone interpretazioni più soddisfacenti. Senza un interlocutore, tale processo risulta faticoso. Da qui l’idea di creare un gruppo a fare da cassa di risonanza: la componente emozionale del racconto è comune a chi la esprime e chi la raccoglie.
Per coniugare i benefici dell’uso del linguaggio al concetto di inclusione degli anziani in un’ottica transgenerazionale, l'iniziativa della Fevoss coinvolge anche gli studenti dell’Istituto professionale Michele Sanmicheli. Costruire un contatto con i ragazzi, che si sentono distanti e con poche cose in comune con gli adulti, unisce le esigenze di entrambe le generazioni. Attraverso un’educazione all’ascolto si genera il confronto e si sviluppa un’educazione alle emozioni che nelle popolazioni più giovani risulta sempre più difficile da realizzare.
Gli interventi non vertono solo sul ricorso alla narrazione di sé come strumento di benessere, ma si rivolgono ai partecipanti offrendo una proposta articolata di laboratori. Dall'iniziativa nasceranno un video e una raccolta di immagini per dar testimonianza delle esperienze vissute dai partecipanti.
Il progetto verrà presentato martedì 2 febbraio alle 15.00, nella sede della Fevoss (in via Santa Toscana 9).
INFORMAZIONI
Tel. 045 8002511