"Misericordia", la favola moderna di Emma Dante al Teatro Camploy
Misericordia, la nuova favola contemporanea di Emma Dante, va in scena al Teatro Camploy giovedì 3 marzo. Ed è già sold out. Il cartellone della rassegna L’Altro Teatro, organizzata dal Comune di Verona, prosegue con un altro successo. Un atto unico, al cui centro si intersecano le storie di tre donne: Anna, Nuzza e Bettina, che di giorno confezionano lavori a maglia e di notte offrono i propri corpi cadenti ai passanti. Abitano in uno spazio angusto e oscuro, che emana un senso opprimente di miseria e di squallore, con Arturo, un ragazzo menomato.
Emma Dante, di origine siciliana, è una delle drammaturghe e registe più stimate in Italia e in Europa, apprezzata per uno stile poetico rigoroso in bilico tra fiaba e follia, nel quale usa spesso il dialetto di origine. Il suo teatro è un pretesto per parlare della vita, è abitato da personaggi al limite e portatore di una forza espressiva energica e di un universo emotivo che lo pervade. Grazie al teatro restituisce voce a un’umanità che non ne ha nella storia e nella società. Lo spettacolo in scena al Camploy narra i temi della famiglia e dell’emarginazione, affrontando la questione dell’essere madre e delle sue implicazioni, raccontando la miseria, l’amore, la disabilità e la forza delle relazioni solidali in un affresco struggente che nobilita ed eleva la realtà di cui tratta. «Misericordia è il racconto di una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, - spiega la regista - esplora l’inferno di un degrado terribile, sempre più ignorato dalla società».
«Arturo non sta mai fermo – prosegue Emma Dante - è un picciutteddu ipercinetico. Ogni sera, alla stessa ora, va alla finestra per vedere passare la banda e sogna di suonare la grancassa. La madre di Arturo si chiamava Lucia, era secca come un’acciuga e teneva sempre accesa una radiolina. La casa era china ’i musica e Lucia abballava p’i masculi! Soprattutto per un falegname che si presentava a casa tutti i giovedì. L’uomo era proprietario di una segheria dove si fabbricano cassette della frutta, guadagnava bene ma se ne andava in giro con un berretto di lana e i guanti bucati. Lo chiamavano “Geppetto”. Alzava le mani. Dalle legnate del padre nasce Arturo, mentre Lucia muore due ore dopo averlo dato alla luce. Nonostante l’inferno di un degrado terribile, Anna, Nuzza e Bettina se lo crescono come se fosse figlio loro. Arturo, il pezzo di legno, accudito da tre madri, diventa bambino».
La messinscena rigorosa, la carnalità e l’ironia nelle mani della regista siciliana diventano strumenti irrinunciabile per trasmettere al pubblico la bellezza e trasformare, con sguardo compassionevole, il degrado in poesia della solidarietà.
Informazioni e contatti
Lo spettacolo, scritto e diretto da Emma Dante, vede sul palcoscenico Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e Simone Zambelli. La produzione è del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico | Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Carnezzeria.
Web: https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=76857.