Giuseppe Battiston sul palco del Teatro Nuovo per lo spettacolo "Wiston vs Churchill"
A chiudere la rassegna del Grande Teatro al Nuovo di Verona, dal 12 al 16 marzo alle ore 20.45 e domenica 17 marzo alle ore 16.00, è lo spettacolo "Churchill" di Carlo Gabardini con Giuseppe Battiston e Maria Roveran, regia di Paola Rota. Nello spettacolo, prodotto dal Nuovo Teatro, Battiston incontra la figura di Churchill, la porta in scena, la reinventa, indaga il mistero dell’uomo attraverso la magia del teatro, senza mai perdere il potente senso dell’ironia. Ci mostra così Churchill in un presente onirico in cui l'intera sua esistenza è compresente e finisce per parlare a noi e di noi oggi con una precisione disarmante.
«Possibile – si chiede Battiston – che un uomo da solo riesca a cambiare il mondo? Un uomo fatto come gli altri, con un corpo uguale agli altri, le cui giornate sono costituite da un numero di ore che è lo stesso di quelle degli altri. Cosa lo rende capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul fluire degli eventi modificandoli? Cosa gli permette di non impantanarsi nella poderosa macchina del potere e della politica, di non soccombere agli ingranaggi? La capacità di leggere la realtà? Il contesto? Il coraggio? La forza intellettuale? Queste domande ci guidano nell’interesse per un uomo sicuramente non qualunque, un uomo, un politico che è un’icona, quasi una maschera. Winston Churchill per certi versi è il Novecento, è l'Europa, forse è colui che, grazie alle sue scelte politiche, ha salvato l'umanità dall'autodistruzione durante il bellicoso trentennio che va dal 1915 al 1945. Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti e espressioni tranchant, e battute che davvero sembrano tweet. Celeberrima, tra le tante – conclude Battiston – quella che “gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre”».
(fonte foto Comune di Verona)