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Il Don Giovanni di Mozart pronto al debutto sul palco dell'Arena per il Festival lirico 2015

Quest'anno l'opera verrà proposta per la prima volta il 4 luglio, nel raffinato allestimento che ha inaugurato con grande successo il Festival lirico 2012, messo in scena dal maestro Franco Zeffirelli con i costumi di Maurizio Millenotti

Sabato 4 luglio alle ore 21.00 torna in scena Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, quarto debutto del Festival lirico 2015 all’Arena di Verona.

È proposto per 5 recite nel raffinato allestimento che ha inaugurato con grande successo il Festival lirico 2012, messo in scena dal maestro Franco Zeffirelli con i costumi di Maurizio Millenotti, la coreografia di Maria Grazia Garofoli e le luci di Paolo Mazzon. Per questo titolo debutta sul podio dell’Arena di Verona il direttore Stefano Montanari, dopo gli straordinari successi riscossi nei teatri di tutto il mondo nel repertorio barocco e nel Barbiere di Siviglia lo scorso aprile al Teatro Filarmonico di Verona.

Interpretano i personaggi principali voci molto amate dal pubblico areniano ed autentici specialisti del ruolo, a partire da Carlos Álvarez (4, 10/7) e Ildebrando D’Arcangelo (17, 30/7 – 12/8) nei panni del dissoluto Don Giovanni, mentre troviamo come Commendatore Rafal Siwek (4, 10/7) e, per la prima volta in Arena, Insung Sim (17, 30/7 – 12/8). Donna Anna è interpretata prima da Irina Lungu (4, 10, 17/7), che proprio all’Arena debutta il ruolo, poi da Ekaterina Bakanova (30/7 – 12/8) alla sua prima areniana, mentre si cambiano come Don Ottavio Saimir Pirgu (4, 30/7 – 12/8) e Leonardo Cortellazzi (10, 17/7), che canterà per la prima volta nell’anfiteatro veronese; nel ruolo di Donna Elvira vediamo Maria José Siri (4, 10/7) e Daniela Schillaci (17, 30/7 – 12/8), mentre con il ruolo del fedele Leporello si misura per la prima volta in Arena Alex Esposito (4, 10, 17/7), che si dà il cambio con Marco Vinco (30/7 – 12/8). Per tutte le recite Christian Senn è Masetto, insieme alla Zerlina di Natalia Roman.
Impegnati Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona, insieme ai numerosi mimi e comparse. Maestro del Coro è Salvo Sgrò, Direttore del Corpo di ballo Renato Zanella.
Repliche: 10, 17, 30 luglio ore 21.00 - 12 agosto ore 20.45.

Per questo titolo, la sera della prima rappresentazione la RAI metterà in campo ben 9 punti di ripresa video e 60 microfoni per una produzione audiovisiva che coinvolgerà a pieno ritmo oltre 30 unità lavorative. Il capolavoro di Mozart verrà infatti ripreso in Full HD 1080i per essere trasmesso in tv e nei cinema in 2k, con i sottotitoli in multilingua (italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco) e copertura satellitare europea (Eutelsat).

Un vero e proprio evento dal teatro all’aperto più grande del mondo, da vivere non solo dal vivo: Don Giovanni sarà trasmesso in diretta radiofonica su Rai Radio 3 ed Euroradio proprio sabato 4 luglio alle ore 21.00, inoltre approderà anche nei cinema arricchito da interviste ai protagonisti e immagini dal backstage grazie a Rai Com, attraverso i partners cinematografici (network Coté Diffusion per il territorio francese e Filmax per quello spagnolo) che trasmetteranno l’opera sottotitolata nelle rispettive lingue martedì 21 luglio alle ore 20.00. Infine, Rai 5 trasmetterà l’opera integrale giovedì 13 agosto alle ore 21.15.

Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni, come recita il titolo originale dell’opera, è un dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte, composto da Mozart nel 1787 e rappresentato per la prima volta, con intramontabile successo, a Praga il 29 ottobre di quell’anno. Dell’opera buffa ha tutte le caratteristiche, con il suo realismo ed i personaggi popolari, ma con l’aggiunta del sovrannaturale: la statua che, invitata a cena da Don Giovanni, trascinerà il protagonista alla dannazione eterna. E sarà proprio questa commistione di tragico e comico a mostrare due facce della medesima realtà: Don Giovanni è infatti un’opera di grandi verità e immense bugie.

Per ironia della sorte, da questo titolo è stato attirato anche il più celebre avventuriero del Settecento, Giacomo Casanova, che fece una variante della scena di Leporello del secondo atto, messo alle strette dagli altri personaggi.

Nonostante la sua universale popolarità, Don Giovanni fino al 2012 è stato un titolo assolutamente inedito per il palcoscenico dell’Arena di Verona, così come era nuovo per l’Arena anche il suo compositore: nessuna opera di Mozart infatti era stata messa in scena prima di allora sul grande palcoscenico dell’anfiteatro veronese. Un grande sfida, dunque, per la Fondazione Arena di Verona accolta con entusiasmo dal Maestro Zeffirelli.

Il regista si è cimentato con questo titolo per la nona volta nella sua lunga carriera, dal 1957: una follia, ha dichiarato, ma con la consapevolezza che «l’Arena è il luogo dei miracoli teatrali e delle verità rappresentative rare ed inattese». Del resto «un capolavoro è sempre un’occasione nuova, ogni volta che si alza il sipario», ama citare il Maestro, e per Zeffirelli come per Goethe Don Giovanni è la più bella opera mai composta: un mistero insoluto in grado di dare sfogo a infiniti spunti interpretativi ed emotivi e che, grazie a melodie molto conosciute, può rivelarsi un titolo assai popolare nonostante la partitura difficile per i vasti spazi dell’anfiteatro.

Per ambientare la vicenda, che prevede un susseguirsi di scenari sempre diversi, Franco Zeffirelli trasforma l’Arena di Verona in un maestoso palazzo, “teatro del mondo” per l’aristocratico di fine Settecento, di cui vediamo la facciata come struttura scenica unica che cambia aspetto a seconda delle situazioni. La messa in scena ci mostra un Don Giovanni sempre in fuga, che non sembra agire nel presente, ma in una dimensione distante, quasi superiore a quella umana. È un dio dell’amore carnale, un re degli uomini che non può vivere senza esercitare la sua prepotenza maschile, molto più di un seduttore o del semplice attributo di “dongiovanni”. Ma quella rappresentata nell’opera si potrebbe definire una sessualità declinante, raccontata negli ultimi fotogrammi, in una serie di insuccessi fino alla dannazione eterna che fa del protagonista solo un umanissimo «dissoluto punito», in un’apoteosi invertita di condanna e castigo.

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