rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura Zai

Architetti Verona in volo su Verona sud

Un bilancio parziale sulle trasformazioni urbane attese o mancate. Un flashmob “editoriale” per il nuovo numero di AV, la Rivista dell’Ordine, che presentai grandi progetti destinati a cambiare il volto della città lungo l'asse di accesso meridionale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeronaSera

248 numeri della Rivista Architetti Verona a disegnare, dall’alto, una versione maxi del logo AV nello spazio esterno degli ex Magazzini Generali. È l’immagine suggestiva che ha “fissato” il micro esperimento di urbanistica tattica con cui la redazione di Architetti Verona - la rivista trimestrale pubblicata dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Verona - ha voluto omaggiare, ai primi di luglio, i propri lettori in occasione dell’uscita del nuovo numero, 121, dedicato proprio a Verona Sud e ai grandi progetti che, alle varie scale, provano a mostrare il volto della città del futuro, dalla prima periferia della città a sud e ad est passando per il centro storico, con ulteriori affondi nella storia documentaria di Verona. Un flashmob “editoriale”: un grandangolo su luoghi, edifici e persone, metafora di quella visione alta del progetto-città che la Rivista - orgogliosamente cartacea ma disponibile anche in versione digitale - intende raccontare.

VERONA SUD, LABORATORIO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA – Incentrato sulle trasformazioni urbane nel territorio veronese e con l’obiettivo di mettere in luce la cultura del progetto architettonico, il numero approfondisce i grandi progetti che in questa stagione provano a dare risposte concrete al recupero dei vuoti urbani nell’area di Verona Sud, spazi da tempo in attesa di essere reimmessi nel ciclo di vita della città contemporanea. Una sequenza di proposte progettuali che, lungo l’asse di via delle Nazioni, viale del Lavoro e viale Piave, compongono una sorta di “laboratorio di riqualificazione urbana”. Il passaggio dai progetti alle realizzazioni metterà alla prova tali proposte, a fronte di tanti annunci, nel passato anche recente, di lavori mai iniziati.

IN 100 PAGINE, L’AVANZATA DEGLI “EX” - Ex Manifattura Tabacchi, ex Officine SAFEM, ex Cartiere, ex Magazzini Generali, ex Scalo Merci, ex Ferrotel e la ciclovia dalla Stazione a Viale Piave: sono quel che resta del passato industriale dell'area a fornire le aree e gli edifici dismessi per i nuovi usi che ridisegnano lo scenario urbano di Verona Sud. Il numero illustra i singoli progetti con immagini e dettagli, attraverso le parole dei progettisti e in un dialogo che cerca di porli a confronto tra loro e nelle reciproche relazioni intessute con il centro città, la stazione, la Fiera e Verona Sud. Ne deriva uno scenario – ancora potenziale – di condivisione del paesaggio, delle relazioni urbane e della vita comune dei cittadini che in quel contesto si muovono.

I PROGETTI – Dalla “Doppia anima” - conservatrice e innovatrice - del progetto per l’ex Manifattura Tabacchi, che vede protagonista il prestigioso studio di architettura internazionale “Snøhetta”; al recupero delle ex Officine SAFEM e Falconi, pensato dallo Studio Aspro come porta di accesso al futuro Parco dello scalo ferroviario, proprio in una logica di “sequenza urbana”. L’ispirazione architettonica reinterpreta lo Scalo ferroviario come luogo dell’“immaginario”, aperto e dinamico, che incarna il sistema delle connessioni tra manufatti edilizi (si veda la dorsale ciclopedonale che unisce longitudinalmente i progetti) e l’aspetto compositivo del tutto. Proprio lo studio del “Parco dello Scalo”, al momento dell'uscita della rivista ancora in una fase preliminare, incarna l’idea fondamentale del suo ruolo quale “elemento di saldatura” e cerniera tra la città storica e la “Città del moderno” - anche per la mobilità ciclopedonale - con un’attenzione alle esigenze degli abitanti che guardano necessariamente ad una città “dai tempi brevi”.

Non manca una lettura critica della vicenda degli ex Magazzini Generali che, abdicando alla loro originale vocazione di Polo culturale, sono rimasti fisicamente e mentalmente ingabbiati dentro quello stesso muro che li circonda. Lungo le pagine della rivista traspare la necessità di trasformare un modello di città a recinti chiusi in “un sistema di relazioni che rompa i recinti, creando più mobilità e connessioni”, restituire aree in cui lo spazio pubblico possa diventare centrale. Nella riflessione che accompagna l’esposizione dei progetti c’è, trasversalmente, la visione di una città in bilico tra innovazione e conservazione: i tempi discontinui della burocrazia legislativa prima e amministrativa poi, e l'alternarsi repentino dei cicli economici fanno mancare le occasioni di una necessaria condivisione delle scelte progettuali. Una visione che “fatica a trovare un legame con il contesto” e quelle giuste connessioni con la città reale che imprimerebbero un cambio di approccio per soppiantare questa visione parcellizzata di trasformazione urbana, cui è mancata - ad oggi - una visione alta e unitaria della città.

«Una visione che ha messo l’accento sui “vuoti” davanti agli effettivi bisogni della comunità – è la sottolineatura di Alberto Vignolo, Direttore di Architetti Verona -, rischiando così di creare nuovi contesti rigenerati ma “chiusi”, innovativi, ma isolati tra loro (si vedano gli ex Magazzini Generali ndr) e dove lo studio dello “spazio aperto”, quale elemento collante del tessuto urbano vivo, resta ancora irrisolto. Si manifesta la necessità di elevare lo sguardo per tornare ad una dimensione unitaria, a un’idea generale entro la quale il mosaico delle trasformazioni urbane possa essere letto come parte di un tutto, a quel progetto di città che ne esprima l’identità, guardando al futuro. L’auspicio è che in un percorso di sviluppo della città in cui necessariamente cambiano, nel tempo, normativa, amministratori, condizioni e soggetti in campo – prosegue Alberto Vignolo –, con ricadute importanti sui progetti, si possa invece inaugurare un approccio consapevole e informato al progetto-città. Pubblicare e raccontare i progetti, come facciamo attraverso la rivista, e dare vita a momenti di confronto pubblico per farli conoscere attraverso un dialogo aperto a tutti gli attori interessati, significa educare ad una forma mentis consapevole e informata, che possa superare l’ostruzionismo pregiudiziale verso ogni nuovo intervento nel territorio».

ArchitettiVerona, la voce dell’Architettura a Verona - Radicata sul territorio, la Rivista trimestrale dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Verona viene fondata nel 1959, e da allora è la voce dell’architettura non solo per i professionisti, ma per quanti hanno a cuore spazi e luoghi della città e del territorio veronese nel rapporto costante tra eredità del passato e innovazione del progetto contemporaneo.

Il nuovo numero, stampato e distribuito a metà giugno, è anche disponibile in forma digitale sul sito www.architettiverona.it insieme a tutto l’Archivio della Rivista, punto di riferimento imprescindibile sull'architettura a Verona.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Architetti Verona in volo su Verona sud

VeronaSera è in caricamento