Proseguono i concerti delle XXXVII Abendmusiken venerdì 19 e sabato 20 novembre
"Romei e Vagabondi Santi e Briganti, suoni, colori e pensieri dalla storia dei Giubilei" venerdì 18 ore 20.30 nella Chiesa di S. Bartolomeo a Villa Bartolomea e sabato 19 ore 21 nella Chiesa di S. Maria della Scala a Verona.
Interpreti
Loredana Putzolu soprano
Elena Cipriani mezzosoprano
Diego Buratto tenore
Raffaele Zaninelli basso
Coro Lorenzo Perosi di Verona Ensemble strumentale delle Abendmusiken
Paolo De Zen direttore
Dalla geniale fantasia del nostro illustre conterraneo don Valentino Donella è scaturito un oratorio che, come spiega il sottotitolo, parla di suoni, colori e pensieri dalla storia dei giubilei a partire dal Libro del Levitico e dal primo Giubileo della Chiesa nel 1300, proclamato da Papa Bonifacio VIII e divenuto tradizione nei secoli fino ad oggi. L’ascoltatore viene preso per mano e trasformato in pellegrino, nel rivivere usi e costumi di un pellegrinaggio medievale. Un sapiente collage di testi lo guida in questo cammino, fino alla Bolla Misericordiae vultus con la quale Papa Francesco ha indetto questo Anno Santo. Solisti, coro, voce recitante e strumenti si alternano e si uniscono dando perfetta coesione all’opera.
La musica pur parlando il linguaggio del nostro tempo esprime, soprattutto nelle voci, un grande lirismo, talvolta con suggestive immagini di arcaica impressione. L’ampia composizione sarà eseguita per la prima volta a Verona. Lasciamo la parola all’Autore, che ci illumina su quanto andremo ad ascoltare. “È il titolo di un’opera singolare composta ed eseguita in occasione del grande Giubileo del duemila, e aggiornata in occasione dell’attuale Giubileo della misericordia. Non meno originale il sottotitolo: Suoni, colori e pensieri dalla storia dei giubilei, per recitante, quartetto vocale, coro e gruppo strumentale; 90 minuti ‘no stop’ di musica, intervallata da qualche raccordo di un recitante.
La narrazione parte dal suono dello Jobel annunciante il giubileo in Israele e continua con la proclamazione del primo anno santo da parte di Bonifacio VIII nell’anno 1300; quindi, attraverso un susseguirsi di episodi e di personaggi in movimento, si arriva all’ultimo grande evento giubilare indetto da papa Francesco. Sulla ‘scena’ si muovono, anche fisicamente, cortei di pellegrini salmodianti, emergono i toccanti racconti di due devoti francesi che narrano le peripezie del loro lungo viaggio alla volta di Roma, si impone lo scenario sfavillante e in qualche modo caotico di una comitiva che dal monte Mario si avvia alle basiliche attraversando la città e acclamando Christus vincit sullo sfondo di un romanissimo giocoso saltarello.
Altri momenti importanti (nel grande contenitore musicale): l’inno possente al Dio ‘rifugio e forza’ che ancora concede la grazia di salire e ridesta sempre nuove domande, le invocazioni disperate dall’abisso di passi erranti nella palude della morte’; infine il Deo gratias conclusivo, gridato congiuntamente da solisti e coro e da tutti gli strumenti sbrigliati, a ‘Colui che è vera novità e che supera ogni umana attesa e rischiara i secoli infiniti’… Crediamo di non andare molto lontani dal vero se riteniamo quest’opera (cantata?, oratorio?, azione sacra?, altro?) come la più imprevedibile ed estrosa e pertinente tra le manifestazioni tenutesi nel passato anno santo, infarcite di Requiem di Mozart, di composizioni risapute e generiche e perfino di musiche chopiniane spacciate per ‘giubilari’. Una copia della partitura, con annessa registrazione, già nel duemila è stata inviata in omaggio al Santo Padre, ad perennem rei memoriam”.