Cohen Book Club in collaborazione con "Libre!": Nicola Saccomani presenta "Scritti urbani"
Cohen Book Club in collaborazione con LIbre!: Nicola Saccomani presenta "Scritti Urbani". Inaugura il BOOK CLUB con l'ultimo libro di Nicola Saccomani "Scritti Urbani", editore: Gruppo Albatros Il Filo - Collana: Nuove voci, finalista al prestigioso concorso internazionale Alda Merini - Sezione Racconti Neri.
Presentazione di "Scritti Urbani" a cura di Vittoria Sofia, esperta di letteratura contemporanea, che dialogherà con l'autore.
Reading a cura di:
Paola Bellinato, Giambattista Bodei.
Musiche: Luca Zevio, che suonerà canzoni sue e dei Farabrutto, un gradito ritorno.
Inizio spettacolo: 21.30
Prenotazione tavoli: whatsapp 347324011
Ingresso libero
Evento promosso in collaborazione con Libre Verona
L'opera
In bilico tra il racconto (short) e la poesia, atipico, presenta due piani di lettura:ogni scritto riporta di seguito un breve link narrativo che contestualizza man mano 20 anni di vita dell'autore.
In ‘Scritti Urbani’, dopo mesi dalla sua trasformazione da ‘materiale-sparso- ma-ordinato’ in ‘materiale-raccolto- editato-pubblicato’, sono ormai convinto ci sia tanta di quella ‘roba’ (copre 15- 20 anni di vita / 1995 – 2015), ma così tanta che a rileggerlo come fosse non mio, a tentoni, in un finto casuale, mi trovo ancora a lacrimare spontaneamente, per l’ennesima volta sorpreso da certe parole mie, dal fatto che siano lì per chi vuole, sorpreso ancora dall’aver potuto scriverle.
[...]
Un cuore annodato a qualche fatto mio
quando il niente mi si fa attorno
e s’avvia la ruota dei pensieri,
che fa partire triangolazioni
che indicano al dolore
dove ti trovi di preciso.
[...]
(Sogni)
Nicola Saccomani - Bio poetica
"...Sono nato nel 65 e, attestato su carta, ho il diploma di maturità scientifica e il ‘milite assolto’ in anni in cui antimilitarismo era parola ‘aerea’. Ma a me interessa la biografia ‘culturale’, così mi trovo a dire che mi sono fatto rubareme stesso dalla scuola italiana, fino a perdermi nel corso di laurea in psicologia, mai terminato per annegamento non mortale in un mare di sostanze alcoliche.
Che nell’età della s-ragione (13 – 14 anni), ho agganciato la ‘cultura’ dei fratelli maggiori, proveniente, in ritardo, dal 68, e fatta di rock e derivati, di pensiero sempre post-qualcosa. Poi sono saltato sulla new-wave generale, sui treni successivi cheportavano verso possibili ampliamenti, quali certa musica d’autore, la world-music pura o affiancata dalla tecnologie e, parallelamente, il polimorfo mondo del jazz. In questa fase siamo in altalena tra l’anticipo e il ritardo storico. La poesia c’era e non c’era, percepita con disagio. La contaminazione tra i generi e tra le culture è diventato il mio faro.
Cinema, arti visive, ecologia, psico-orientamenti, visioni, scritture e pensieri contemporanei, sono divenuti il mio pane. Non più in ritardo ma percepiti dalla particolare angolatura della illimitata e limitante periferia mondiale nella quale sono cresciuto, ovattati dalla nebbia e dalle polveri sottili del Nordest veronese nel quale vivo. Trasformazioni e perdita d’identità hanno accompagnato me e il Veneto snaturato sino a qui, attraverso significative esperienze di giornalismo indipendente locale, musica autoprodotta e riprodotta ‘live’, teatro off con pazienti psichiatrici, lavoro nero polimorfo e scrittura e poesia, per arrivare all’oggi. Tutte le mie ‘occupazioni culturali’ non mi hanno portato quantità di lire e euro degne di nota alcuna. Anzi, il tutto è propedeutico ad una sana, colta, raccolta risata".