"Luoghi comuni", Gabriele Basilico e Alessandra Chemollo: la mostra fotografica a Castel San Pietro, Palazzo del Capitanio e Palazzo Pellegrini
Riaprono sabato 28 maggio gli spazi di Castel San Pietro e Palazzo del Capitanio, assieme a quelli di Palazzo Pellegrini, grazie alla mostra fotografica "Luoghi comuni". Cantieri e siti monumentali della Verona storica e industriale in Gabriele Basilico e Alessandra Chemollo. Il progetto di Fondazione Cariverona, in collaborazione con Associazione Culturale Urbs Picta, è un percorso inedito lungo tre luoghi che raccontano la storia culturale, politica e produttiva della città di Verona. La mostra, che si potrà visitare gratuitamente su prenotazione fino a settembre ogni primo weekend del mese, è curata da un gruppo di studentesse e studenti dell’Università di Verona, di ABAV Accademia di Belle Arti e dello IUSVE Istituto Universitario Salesiano, coinvolti nel workshop “Visual Art Collection Management and Curating”. I partecipanti hanno studiato, approfondito e reso fruibili le opere della collezione di Fondazione Cariverona, lavorando sul corpus di fotografie di Gabriele Basilico e sulla nuova campagna di Alessandra Chemollo.
Alessandra Chemollo, Castel San Pietro
Basilico documenta in particolare, nei primi anni Duemila, l'area degli ex Magazzini Generali prima dell'avvio dei lavori di riqualificazione; Chemollo, vent’anni dopo, fotografa la stessa area in una fase avanzata delle opere e si concentra poi sui cantieri di Castel San Pietro, sull’omonima collina nel quartiere di Veronetta, e Palazzo del Capitanio, in pieno centro.
«In Fondazione Cariverona abbiamo tra gli obiettivi strategici l’operare per la Valorizzazione del Capitale Umano e Promozione di opportunità a favore dei Giovani - evidenzia Alessandro Mazzucco, presidente di Fondazione Cariverona - ed il progetto LUOGHI COMUNI, sviluppato per creare l’opportunità dopo tanti anni di entrare in questi spazi, nasce dalle idee e dal lavoro di un gruppo di giovani intelligenze che abbiamo accompagnato con la sicura mano degli amici di Urbs Picta. Riapriamo dunque questi luoghi familiari allo sguardo dei veronesi che oggi insieme alle fotografie di Basilico e Chemollo hanno la possibilità di essere riletti nella loro trasformazione, certi che l’evoluzione di questi edifici continuerà acquisendo nuova centralità nel panorama cittadino».
«Il titolo della mostra gioca sul doppio significato dell’espressione “luoghi comuni” - spiega Jessica Bianchera, presidente di Urbs Picta -. Da un lato gli Ex Magazzini Generali e gli edifici storici del Capitanio e di Castel San Pietro sono trattati dai due fotografi con lo stesso grado di monumentalità e poeticità, abolendo ogni pregiudizio, ogni luogo comune sulla dicotomia centro-periferia, antico-contemporaneo. Dall’altro lato l’espressione allude anche al fatto che questi sono luoghi che coinvolgono l’intera comunità, che si inseriscono potentemente nella storia e nella realtà urbana cittadina evocando memorie del passato e rivendicando un nuovo ruolo nel panorama odierno. Un gioco concettuale che si carica di significato etico, in cui la quotidianità, l’abitudine percettiva maturata sui siti fotografati, divenuti quasi invisibili nel panorama cittadino dal momento in cui sono stati sottratti all’uso, diventa comunità dello sguardo, per avviare la restituzione alla cittadinanza di questi luoghi storici”.
La mostra "Luoghi comuni" è arricchita da un intenso programma pubblico, con due talk aperti alla cittadinanza, sulla storia architettonica e industriale di Verona e sulle poetiche e i linguaggi della fotografia di Basilico e Chemollo, domenica 5 giugno e sabato 3 settembre nella sede di Fondazione Cariverona. Sempre a Palazzo Pellegrini sarà proposto, sabato 4 giugno, un laboratorio su disegno e fotografia per adulti, mentre sabato 2 e domenica 3 luglio spazio a bambine e bambini con un workshop sulla tecnica della “fotografia ecologica”, l’antotipia.
Appuntamento al 28 maggio, quindi, per l’inaugurazione. Alle 11 la presentazione alle autorità a Castel San Pietro, mentre Palazzo Pellegrini e Palazzo del Capitanio saranno già aperti al pubblico dalle 11; poi dalle 15 alle 20 spazi espositivi fruibili da tutti, sempre con prenotazione obbligatoria alla mail: corsi@urbspicta.org. Alle 17 opening ufficiale a Palazzo Pellegrini (sede di Fondazione Cariverona), in via Achille Forti 3/A, con live di Laura Agnusdei e dj-set a cura di Path Festival e Daniele Raimondi alla consolle, nell’ambito di Verona Risuona.
Domenica 29 maggio, invece, visite guidate gratuite in ciascuna delle tre sedi, ogni ora con inizio dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, così come nei giorni di sabato 4 e domenica 5 giugno, sabato 2 e domenica 3 luglio, sabato 6 e domenica 7 agosto, sabato 3 e domenica 4 settembre.
Nelle sedi di Castel San Pietro e Palazzo del Capitanio, data la situazione di cantiere, la visita non è accessibile a persone con difficoltà motorie. Tutte le informazioni sui siti web di Fondazione Cariverona e Urbs Picta.
Le sedi e il percorso espositivo
FONDAZIONE CARIVERONA – PALAZZO PELLEGRINI
La Fondazione Cariverona ha sede presso Palazzo Pellegrini, dimora settecentesca dell’omonima famiglia nobiliare, che assume l’attuale conformazione nella prima metà del secolo, tra il 1715 e 1730, ad opera dell’ingegno dell’architetto bolognese Francesco Galli Bibbiena. Il palazzo accoglie il visitatore con un elegante cortile porticato con un ritmo di colonne ed archi, da cui si sviluppa il nucleo della Fondazione. Da questo punto centrale è possibile conoscere una parte portante della mostra LUOGHI COMUNI. All’interno della Sala polifunzionale si incontrano gli sguardi di Basilico e Chemollo indirizzati entrambi sugli ex Magazzini Generali di Verona, con interpretazioni differenti ma in dialogo tra loro. Nello spazio di Sala Basaldella si entra invece in contatto con lo stile iconico di Gabriele Basilico, con un focus sugli spazi interni dei magazzini, tra storia architettonica e storia industriale, attraverso una serie di provini mai esposti in pubblico.
CASTEL SAN PIETRO
Dall’alto della sua posizione collinare, Castel San Pietro è il perfetto punto di osservazione e di dominio su Verona e sul fiume Adige dai tempi dei Goti, per arrivare alla dominazione scaligera che, con la costruzione delle mura nel 1300, ne consolida la vocazione militare. È nel corso del XVIII e XIX secolo che la struttura attraversa i grossi mutamenti che la portano all’aspetto attuale.
Nel 1814 i francesi sono costretti a cedere il passo alla dominazione austriaca: da questo momento la ricostruzione dell’area settentrionale della città è totale. Tra il 1852 e il 1856 gli austriaci erigono la grande caserma che si vede oggi. L’ultima funzione dell’edificio risale al 1932, quando diventa Casa dell’Assistenza Fascista. Dopodiché la grande struttura passa al Demanio del Comune per arrivare infine a Fondazione Cariverona, che ne sostiene il restauro e l’apertura straordinaria con la mostra LUOGHI COMUNI.
PALAZZO DEL CAPITANIO - L’attuale conformazione del Palazzo del Capitanio è il risultato di una complessa stratificazione strettamente legata alla storia politica della città. Nel 1277 Alberto della Scala diventa Signore di Verona e acquisisce la casa Torre, costruzione abitativa estremamente diffusa nel XIII secolo. Le sale affrescate visitabili in occasione della mostra LUOGHI COMUNI sono la base di questo primo corpo di fabbrica. Alla caduta della Signoria nel 1387 il complesso residenziale diventa sede della magistratura con l’insediamento del Capitano del Popolo: negli affreschi del cortile sono visibili gli stemmi dei vari capitani che si sono susseguiti nel tempo. Dal XVI secolo alla metà del XIX, le sale del secondo piano mutano drasticamente destinazione d’uso: gli ambienti, allora signorili, diventano la sede del carcere cittadino. Quando il carcere viene definitivamente spostato fuori dal centro, il Palazzo del Capitanio viene abbandonato fino agli anni ‘80 del XX secolo quando il comune avvia i restauri per farne di nuovo la sede della magistratura. Il complesso viene però sgomberato dopo poco. Fondazione Cariverona tra 2009 e 2010 acquisisce il palazzo dando il via a una campagna di studi e restauri atti a mettere in sicurezza il monumentale edificio.
GABRIELE BASILICO - Gabriele Basilico (Milano, 12 agosto 1944 – 13 febbraio 2013) è stato uno dei maggiori fotografi italiani ed è considerato uno dei maestri della fotografia italiana ed europea contemporanea. All’interno della sua vasta opera di riflessione sulle trasformazioni dei territori urbanizzati nel passaggio dall’era industriale a quella postindustriale è stato guidato da un profondo interesse per le architetture e per tutti i manufatti che nel tempo hanno dato forma alle città, scegliendo il rigore dello stile documentario per raccontarne il costante processo di stratificazione che le modella, in un lavoro di indagine del rapporto tra l’uomo e lo spazio costruito durato quasi quarant’anni.
Si dedica anche all’indagine sociale oltre che economica, sperimentando metodi documentativi e di reportage. Le aree urbane contemporanee rimangono però per tutta la sua carriera artistica punto cardine e missione della propria poetica. Favorendo la fotografia in bianco e nero, Basilico disegna l’identità del paesaggio antropizzato, conferendo valenza monumentale a ciò che rimane nascosto e inosservato all’occhio per mezzo di studiati chiaroscuri.
ALESSANDRA CHEMOLLO - Alessandra Chemollo è nata a Treviso il 20 agosto 1963 e vive a Venezia. Si è laureata presso l'Università di Architettura IUAV di Venezia nel 1995, con una tesi sulla relazione tra architettura e fotografia. Nella sua trentennale esperienza professionale, spazia dall’architettura storica a quella contemporanea e sviluppa ambiti teorici con finalità didattica e curatoriale. Ha realizzato progetti fotografici a illustrazione di numerosi testi monografici, approfondendo specifiche modalità di lettura dell'opera architettonica, a partire da assunti documentari, grazie alla stretta collaborazione con gli storici dell'architettura, tra cui va annoverata l'esperienza con Manfredo Tafuri.