Bepi De Marzi e Anderloni insieme a Verona "Con frate Francesco, in armoniosa povertà"
Un concerto dedicato agli ultimi, ai migranti, ai poveri del mondo in un luogo che è crocevia dell’accoglienza e della disponibilità all’aprirsi al prossimo. “Con frate Francesco, in armoniosa povertà” è il titolo che Bepi De Marzi e Alessandro Anderloni hanno scelto per la serata di lunedì 4 febbraio (alle 20.30) nella chiesa di San Bernardino, a Verona.
Sarà una meditazione corale nel cui programma troveranno spazio, oltre a molti canti di Bepi De Marzi, anche i Salmi nella versione poetica e strofica di padre David Maria Turoldo assieme a un ricordo di padre Terenzio Zardini, il compositore per musica liturgica dei Frati Minori che abitano il convento di San Bernardino.
Ad esibirsi tra i meravigliosi capolavori dell’edificio francescano sarà il coro polifonico “La Falìa” di Velo Veronese, diretto dallo stesso Anderloni. Mentre Bepi De Marzi, il musicista vicentino che nel 2018 ha festeggiato i sessant’anni dalla composizione de Signore delle cime, la famosissimo preghiera in musica con cui ha iniziato il percorso del coro “I Crodaioli”. Il maestro, nominato lo scorso marzo Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, accompagnerà il concerto all’organo e presenterà il programma che sarà suddiviso in quattro parti.
La prima parte della serata ripercorrerà l’attesa della Quaresima sulle note de La sacra spina che l’insieme di voci intonerà intorno al gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto, opera attribuita a Mantegna, che è tra i capolavori ospitati nella chiesa scaligera. Seguirà una reminiscenza di quando era l’Italia della povera gente a migrare lontano, alla ricerca di fortuna, con una versione polifonica della canzone popolare Merica Merica rielaborata da De Marzi per il coro di Velo.
Dei Salmi di padre Turoldo che il musicista di Arzignano ha messo in musica con Ismaele Passoni sarà eseguito in particolare il numero 136, Lungo i fiumi che, a pochi giorni dalla Giornata della memoria, rievocherà il dramma delle deportazioni ebraiche. A rinforzare ulteriormente il messaggio dell’importanza del non dimenticare questo capitolo doloroso della storia, si aggiungeranno le parole impregnate della dolcezza di Nokinà, la ninna nanna cantata nei campi di sterminio nazisti dalle mamme che portavano i loro figli alle camere gas.
L’ensemble La Falìa disegnerà poi con le note la stagione dell’inverno con il motivo Fodom, per riportare l’attenzione sull’ecatombe di alberi sradicati dal vento nell’Agordino e sull’Altopiano di Asiago. Con le parole di Alessandro Anderloni verrà proposto inoltre un nuovo canto, L’è belo stasera: un alternarsi strofico che passerà in rassegna i nomi cimbri delle contrade della Lessinia, cantando la neve. E non potranno mancare le note di Lessinia, che il coro di Velo Veronese esegue in ogni suo concerto.
A concludere la serata sarà il ricordo delle migrazioni d’oggi: la tragedia delle morti dei disperati nel cimitero del Mediterraneo, con il pubblico invitato a intonare il testo de I bambini del mare: “I bambini del mare, hanno gli occhi di conchiglia, le scarpine di pezza cucite dalla mamma prima di partire, prima di morire”.
L’evento è a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.