Allestita a San Massimo la mostra su Giuseppe Chiari
L'esposizione di "Incorniciarte" durer da sabato 27 novembre fino alla fine di gennaio
E' vero che la loro superba eleganza pare subire una sorta di sfigurazione o di oltraggio, in quanto essi sono “imbavagliati” da nastri adesivi, come dire che non possono più essere suonati: che sono oggetti destituiti di senso, puri scarti. Chiari in qualche modo provoca l'oggetto-strumento come un pittore provoca la tela e lo fa accostando ad esso partiture, macchie colorate, minuscoli pezzi di carta, pagine di giornale (con immagini di jazzisti come Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Louis Amstrong o figure mitiche come Andy Warhol e Marylin Monroe).
E poi ancora partiture, foto, disegni su spartiti, istruzioni per l'esecuzione di gesti musicali, testi di una sola battuta: sono affermazioni che si ripetono nel tempo e che testimaniano la volontà di Chiari di superare l'idea di arte come linguaggio codificato e di mantenerla in uno stadio di perenne apertura e avventura. Tutto deve rimanere dentro una dimensione ludica, essere uno sguardo di sorpresa, un gesto gratuito. E' come invitare lo spettatore a riappropiarsi delle sue azioni elementari, quasi infantili, a partecipare direttamente all'opera.