Alle Stimmate le meschinit della Grande Guerra
La narrazione teatrale si basa su una ricerca storica compiuta dal regista Alessandro Anderloni
All'interno della rassegna teatrale "Il cielo sopra Verona", promossa da "Le Falìe" e da "Àissa Màissa" con la direzione artistica di Alessandro Anderloni, sabato 16 aprile alle ore 21.00 al teatro Stimate di Verona va in scena lo spettacolo "La Grande Guerra meschina".
La narrazione teatrale si basa su una ricerca storica compiuta dal regista Alessandro Anderloni e ispirata, in particolare, ad alcuni tra i libri più significativi in merito. Solo negli anni Novanta, infatti, uscirono i primi studi che affrontavano seriamente l'argomento proibito delle fucilazioni e delle decimazioni sommarie, il più inviolabile dei tabù della Grande Guerra.
Lo spettacolo affronta così gli ammutinamenti, le diserzioni, l'indisciplina, l'odio verso gli ufficiali, l'autolesionismo, le feroci battute e i cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni, le dolorose canzoni di guerra intonate nelle trincee. Si scopre così che la Grande Guerra (che di grande ebbe solo l'immenso numero di morti) fu tutt'altro che combattuta a furor di popolo ma, al contrario, contro il popolo. Lo spettacolo unisce narrazione e canto per raccontare un capitolo tragico e struggente, ma anche sconosciuto, della storia italiana.
La narrazione teatrale si basa su una ricerca storica compiuta dal regista Alessandro Anderloni e ispirata, in particolare, ad alcuni tra i libri più significativi in merito. Solo negli anni Novanta, infatti, uscirono i primi studi che affrontavano seriamente l'argomento proibito delle fucilazioni e delle decimazioni sommarie, il più inviolabile dei tabù della Grande Guerra.
Lo spettacolo affronta così gli ammutinamenti, le diserzioni, l'indisciplina, l'odio verso gli ufficiali, l'autolesionismo, le feroci battute e i cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni, le dolorose canzoni di guerra intonate nelle trincee. Si scopre così che la Grande Guerra (che di grande ebbe solo l'immenso numero di morti) fu tutt'altro che combattuta a furor di popolo ma, al contrario, contro il popolo. Lo spettacolo unisce narrazione e canto per raccontare un capitolo tragico e struggente, ma anche sconosciuto, della storia italiana.