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Alla scoperta dei tesori d'arte di San Bernardino

Storia, conservazione e tecniche nella Libreria Sagramoso", i migliori affreschi del primo 1500

Lunedi 30 maggio alle ore 17 sarà presentato nella sala Morone della Chiesa di San Bernardino il libro “Storia, conservazione e tecniche nella Libreria Sagramoso in San Bernardino a Verona” (edizione ZeL, Treviso 2010), a cura di Monica Molteni, docente di Storia delle tecniche artistiche e di Storia del restauro dell’università di Verona.

A presentarlo, oltre alla curatrice, saranno il Soprintendente per i Beni storici, artisti ed etnoantropologici Luca Caburlotto, la direttrice del Museo di Castelvecchio Paola Marini, la funzionaria del Laniac Paola Artoni e Gianluca Poldi dell’Università di Bergamo.

Per il ciclo di affreschi della libreria Sagramoso ai i raggi X, sono quattro le pareti prese in concsiderazione, sulle quali si conservano perfettamente gli affreschi della libreria Sagramoso oggetto di studio del volume. Le pitture analizzate, oggetto di controverse attribuzioni, ma qualificabili fra le opere di maggior rilevanza stilistica nella Verona di primo Cinquecento, sono state esaminate e studiate sia dal punto di vista storico- artistico, sia sotto il profilo conservativo, utilizzando per la ricostruzione delle relative problematiche anche fonti archivistiche e iconografiche inedite.

Gli studi si sono concentrati soprattutto sulla parete di fondo dove vi è raffigurata una “Sacra conversazione della Vergine”, realizzata da Domenico Morone, artista veronese. I risultati ottenuti confermano le vicende sui restauri passati, sui ritocchi apportati, sulle tecniche utilizzate dai pittori.

Tra questi importante è stato il contributo di Domenico Morone, di origine lombarda, che operò soprattutto a Verona, eseguendo le portelle d'organo della chiesa di san Bernardino. La pubblicazione ha visto la collaborazione di una équipe composta da diverse figure professionali; tra i saggi in catalogo si ricordano quello di Alessandra Zamperini dell’Università di Verona dedicato all’ipotesi attributiva, di Monica Molteni sulle vicende conservative e i restauri storici, dei restauratori della “Cristani Pierpaolo Snc” su un progetto di manutenzione della Sala.

La seconda parte del volume riassume l’esito della campagna diagnostica non invasiva condotta lo scorso anno da Paola Artoni, del dipartimento di discipline Storiche artistiche, archeologiche e geografiche che si è occupata dei disegni e delle evidenze conservative commentando le riprese fotografiche, i dettagli visibili tramite macrofotografie, le riprese a luce radente, le riflettografie all’infrarosso.

E’ stato Gianluca Poldi, docente di Scienze per i Beni culturali dell’università di Verona a dedicare una parte del libro all’identificazione dei pigmenti mediante l’impiego di alcuni strumenti che sfruttano la capacità dei raggi X e che sono in dotazione dell’università di Verona grazie al sostegno della Fondazione CariVerona.

Notevole il contributo di Diego Sali della “Bruker optics Srl” che ha fornito alcune analisi spettroscopiche Ftir, considerate come tra le prime applicazioni al mondo di tale strumento. Il testo fa parte della collana “Tra visibile e invisibile” del Laboratorio di analisi non invasive per l’arte antica, moderna e contemporanea dell’ateneo scaligero, diretto da Loredana Olivato, docente di Storia dell’arte, da Enrico Maria Dal Pozzolo, docente di Storia dell’arte moderna e da Monica Molteni.

Il Laboratorio ha esordito lo scorso anno con il volume “Da Veronese a Farinati. Storia, conservazione e diagnostica al Museo di Castelvecchio”

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