Luigi Lo Cascio, Modo Antiquo con Federico Maria Sardelli in "L'affare Vivaldi" al Ristori
Lunedì 27 novembre, alle ore 20.30, secondo appuntamento della stagione di prosa al Teatro Ristori di Verona, che si protrarrà fino ad aprile 2018, ad arricchire la proposta teatrale della città. L’affare Vivaldi è uno spettacolo interamente dedicato all’opera di Vivaldi ispirandosi al testo di Federico Maria Sardelli, edito da Sellerio, vincitore del premio Comisso 2015 per la narrativa.
Lunedì 27 novembre, sul palcoscenico del Teatro Ristori Luigi Lo Cascio riscrive e interpreta il testo di questo leggibilissimo libro raccontando la storia, l’itinerario attraverso i secoli, dei manoscritti di Vivaldi, di come hanno rischiato di sparire nel nulla, e di come sono stati ritrovati e da chi.
Tra musiche inedite del giovane Vivaldi, magistralmente eseguite da Modo Antiquo, la lettura di Lo Cascio si muove con grande agilità e sicurezza su diversi itinerari dando allo spettatore l’opportunità di seguire, sia sul piano musicale, sia sul piano musicologico, l’affascinante percorso di un enorme patrimonio musicale che ha rischiato di andare perduto.
La fortuna popolare delle “Quattro stagioni” di Vivaldi ha infatti certamente reso il nome del compositore familiare al grande pubblico al punto forse di costituire un ostacolo alla conoscenza più ampia della sua opera, vasta, complessa e affascinante. I molti appassionati di Vivaldi pur apprezzando le sue composizioni orchestrali, la musica vocale, sia sacra che profana, non sanno però che grandissima parte dell’opus vivaldiana è rimasta per secoli sepolta nella biblioteca di famiglie aristocratiche più o meno decadute, e che ha rischiato di non veder mai la luce.
Quello che rende lo spettacolo particolarissimo e molto fruibile, è che questa materia, potenzialmente oggetto di dotte dissertazioni e grande erudizione, è trattata da Lo Cascio con deliziosa leggerezza e grande (e fine) senso dell’umorismo. Lo Cascio coniuga il linguaggio e il registro narrativo con un umorismo contemporaneo e con una straordinaria interpretazione dell’ambientazione che passa dall’epoca vivaldiana fino al periodo fascista, in ogni momento con una lingua adatta e allo stesso tempo leggera. L’umorismo che pervade il testo ne rende uno spettacolo divertente, ancorché alquanto istruttivo e Lo Cascio ha la capacità di adottare un registro sobrio e serio quando la narrazione tocca momenti difficili della storia nazionale.
Sul palco suona anche lo stesso Federico Maria Sardelli: personaggio eclettico e irriverente, artista poliedrico, studioso – fra i massimi al mondo – della vita e delle opere di Antonio Vivaldi, è in grado di esprimersi molto egregiamente con la penna, con gli strumenti da disegno (è un noto fumettista e vignettista, ma è particolarmente versato anche nel ritratto e nell’acquaforte), con la bacchetta di direttore (ha fondato l’ensemble “Modo Antiquo” e ha diretto orchestre come il Gewandhaus di Lipsia, la Kammerakademia Potsdam, il Maggio Musicale Fiorentino…) e con il flauto, il suo strumento. Figlio di una terra dove la satira pungente ed il “ruzzare” (scherzare, in livornese) fanno parte del Dna della gente, ma soprattutto figlio di Marc Sardelli (noto maestro disegnatore, ritrattista e pittore).
In conclusione, uno spettacolo che chiunque abbia ascoltato con piacere la musica di Vivaldi dovrebbe vedere – e che rimane piacevolissimo anche per chi si approccia per le prime volte al barocco!
(fonte foto Teatro Ristori)