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Veronafiere ha chiuso il 2021 con un fatturato a 73,6 milioni di euro

Prima di nominare il nuovo consiglio di amministrazione, l'assemblea dei soci ha approvato all'unanimità il bilancio 2021

Ieri, 17 maggio, l'assemblea dei soci di Veronafiere non ha solamente nominato il nuovo consiglio di amministrazione dell'azienda. I soci hanno anche approvato all'unanimità il bilancio 2021. E i risultati consuntivi relativi all'anno scorso a livello di gruppo mostrano un fatturato a 73,6 milioni di euro, con un Ebitda positivo per 18 milioni di euro, principalmente riconducibile alla ripresa del business nel secondo semestre oltre che ai contributi ricevuti nell’esercizio. Il risultato netto di gruppo è pari a 4,2 milioni di euro.
Questi risultati, oltre all’aumento di capitale e all’incasso dei contributi, hanno consentito di riportare la posizione finanziaria netta in «area di confort con i principali indicatori finanziari rientrati nella normalità».

Si tratta di un consuntivo che riflette ancora l’impatto che la pandemia di Covid-19 ha avuto anche nel 2021, causando un blocco quasi completo dell’attività fieristica per tutto il primo semestre. Il dpcm emanato dal Governo ha dato il via libera, infatti, alle fiere nazionali e internazionali dal 15 giugno dello scorso anno e Veronafiere è stato il primo operatore fieristico italiano a riaprire gli eventi nello stesso mese, il 18 con MotorBike Expo Special Edition, il 19 con Vinitaly OperaWine, il 20 con la Vinitaly Preview e il 21 con la conclusione del Concorso internazionale Sol d’Oro.
Il secondo semestre ha visto invece il ritorno in presenza di Marmomac, di Fieracavalli su due weekend, di ArtVerona e Job&Orienta e una edizione speciale di Vinitaly a ottobre. L’attività convegnistica congressuale è stata consentita dall’1 luglio 2021 e il 2 e 3 del mese si è svolta Innovabiomed, mostra convegno dedicata alla innovazione nel settore biomedicale.
Le restrizioni per l’emergenza sanitaria hanno permesso nel 2021 lo svolgimento regolare in presenza di 33 eventi dei quali 26 organizzati nel quartiere fieristico di Veronafiere, 2 alle Gallerie Mercatali (di proprietà della Fiera di Verona) e 5 all’estero in quattro paesi: Cina, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti d’America.

Maurizio Danese, nel suo ultimo intervento da presidente di Veronafiere, nel corso dell'assemblea ha sottolineato: «Dopo la trasformazione in società per azioni nel febbraio del 2017, la ricapitalizzazione di 30 milioni di euro dello scorso anno e, grazie al grande lavoro fatto da Aefi con il Governo e i Ministeri preposti, l’arrivo di 31,2 milioni di euro di ristori a livello di gruppo a copertura delle perdite subite per la pandemia, con la revisione dello Statuto a febbraio del 2022 è stato completato l’iter per rafforzare ulteriormente il posizionamento di Veronafiere sul mercato. La trasformazione in società per azioni, l’aumento di capitale e la modifica dello Statuto, erano alcune delle attività definite con i soci nel documento programmatico per il mio mandato di presidente, iniziato nell’autunno del 2015 e che ora termina. Nel mezzo, il 2020 e il 2021, due anni difficilissimi per l’intero comparto fieristico, duramente impattato dalla pandemia. Due anni caratterizzati da prolungate chiusure che hanno messo in crisi il settore con perdite del fatturato tra l’80 e il 100%, a cui si aggiungono quelle delle filiere collegate, allestitori e congressuale in primis, e l’indotto generato, diretto e indiretto. Nel febbraio del 2021 Veronafiere aveva già elaborato un piano per la ripartenza dell’attività nel periodo 2021-2024. Un piano che ha rinnovato le ambizioni di crescita aziendali, creato le condizioni per un graduale ritorno alla redditività e ripristinato la solidità della struttura finanziaria del Gruppo. L’aumento di capitale, a cui i soci hanno aderito all’unanimità, consente di attuare il Piano di azione per la ripartenza che ha previsto un 2021 di transizione per uscire dall’emergenza Covid, agganciare la ripresa nel 2022, con una previsione di bilancio 2022 a livelli pre-pandemia e superiore alle attese».

Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: «I risultati del 2021 sono frutto anche di una forte focalizzazione sulla riprogettazione, anche innovativa, delle manifestazioni e di tutti i prodotti in portafoglio con una attenta gestione dei costi. Nel 2022 siamo ripartiti nonostante lo stop and go dei primi due mesi con tutte le rassegne previste in calendario e puntando attraverso il Piano per la ripartenza sul rilancio e sul rafforzamento dei prodotti "core" del Gruppo Veronafiere, sull’accelerazione dei processi di digitalizzazione e di internazionalizzazione, sulla realizzazione di nuove efficienze e sinergie con particolare riguardo a nuove competenze e open innovation».

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