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Verona, impennata delle cause di lavoro, tribunale sommerso e "ingolfato": "Effetto riforma Fornero"

Non solo la crisi rischia di appesantire di molto il lavoro di magistrati e cancellieri. I dati sono preoccupanti: in un anno sono aumentate del 30%. Da 617 a quasi 800. Crescono anche sfratti e istanze di fallimento

In un anno, da inizio luglio 2013 a fine giugno 2014, le cause di lavoro sono state circa 800. Ovvero il 30% in più dello stesso periodo considerato l’anno precedente. A stupirsene per primo è il presidente del Tribunale scaligero, Gianfranco Gilardi, che giusto mercoledì ha annunciato l’accordo con la Camera di commercio di Verona per mettere “in rete” lo stato di avanzamento dei processi delle imprese registrate. Nei dati del Tribunale si rilevano cause attivate per trasferimenti, casi di mobbing, cambi di ruolo e mansione e tanti licenziamenti ritenuti ingiusti. Secondo Milardi, come spiega il Corriere Veneto, è l’effetto della crisi e della riforma messa a punto dall’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Ai dati delle cause di lavoro si affiancano anche quelli per gli sfratti, i pignoramenti e i fallimenti. Tutto è legato alla crisi di un lavoro che non c’è.

E nelle aule di giustizia così come nelle cancellerie si possono creare pesanti rallentamenti e quelli che vengono chiamati “ingorghi”. Nel dettaglio, il Tribunale di Verona ha contato 794 cause di lavoro contro le 617 del 2012-2013. Questo porta alla luce un aggravio di lavoro per i dipendenti e per i magistrati. Gilardi considera che l’organico sia carente di almeno un quarto del necessario. La riforma Fornero non avrebbe fatto altro che aumentare le criticità dei tribunali: per le cause di lavoro sono state imposte procedure accelerate che hanno provocato lo slittamento di quelle antecedenti. L’effetto immediato, cioè, del rio speciale per l’impugnazione dei licenziamenti in “tutela reale” che prevede una prima fase con ordinanza e una seconda con sentenza. Così è successo che a partire da luglio 2012 il numero di questi procedimenti è aumentato andando a “ingolfare” il lavoro di magistrati e cancellieri. E se nel 2012-2013 erano 67, nel periodo considerato fino a giugno scorso sono schizzati a 168.

Alle cause di lavoro, conclude il quotidiano locale, si aggiungono sempre più numerose le istanze di fallimento: finora nel 2014 ne sono state presentate 479 e le sentenze già dichiarate sono 148. Entro fine anno la speranza è di non veder arrivare ovviamente il numero fino a 200.

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