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Economia

Veneto Welfare. 35 dipendenti su 100 aderiscono alla previdenza complementare

Il progetto regionale si pone l'obiettivo di incrementare le adesioni alla previdenza complementare da parte dei lavoratori veneti e di plasmare un vero e proprio modello di welfare integrato regionale

Garantire ai cittadini veneti un futuro decoroso, soprattutto nel momento del ritiro dall’attività lavorativa, promuovendo sul territorio regionale l’adesione ai fondi di previdenza complementare e di sistemi integrati di welfare. Questo l’obiettivo del progetto Veneto Welfare, affidato dalla Regione del Veneto a Veneto Lavoro per diffondere una cultura previdenziale e sensibilizzare i lavoratori, specie i più giovani, sull’importanza del proprio futuro pensionistico.

Proprio per favorire il confronto tra le parti economiche, sociali e istituzionali sulle varie forme della previdenza complementare, del welfare integrato e dei modelli di confronto interregionale, si sono incontrati venerdì a Venezia, presso il Palazzo della Regione, alcuni dei maggior esperti. Il seminario dal titolo “La varietà delle previdenze complementari”, moderato dal direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone, è stato un momento di riflessione e confronto delle strategie comuni, nonché di lettura condivisa della riforma in atto, che vede la Regione Veneto promotrice della legge n. 15 del 18 luglio 2017 ‘Interventi per lo sviluppo della previdenza complementare e del welfare integrato regionale del Veneto’.

«Con questa giornata l’ente pubblico entra a pieno titolo nel tema strategico del welfare integrato – ha affermato l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan –. Fondamentale è il welfare collettivo, sostenuto da un sistema strutturato di enti e fondi bilaterali che erogano prestazioni e servizi ai lavoratori e alle imprese. Una risorsa unica che ha fatto del modello veneto della bilateralità un modello invidiato in tutta Italia, anche grazie alla stretta connessione con il territorio. Proprio per questo bisogna investire nella previdenza complementare, che alla luce del percorso verso l’autonomia dovrebbe rientrare di diritto tra le materie di competenza regionale. Ma il messaggio di oggi non è solo un messaggio politico – continua l’assessore Donazzan – ma l’idea che lavorare tutti assieme è la via migliore per sostenere la previdenza complementare e il welfare integrato, grazie a un tessuto socio-economico veneto che ha dimostrato negli anni di poter garantire vantaggi economici significativi e controgaranzie per gli investimenti, come non accade in altre realtà regionali».

Veneto Welfare è una Unità operativa di Veneto Lavoro istituita con l'art. 55 della L. R. n. 45/2017 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2018” a cui sono affidate le funzioni inerenti la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare di natura collettiva, nonché lo sviluppo di sistemi di welfare integrato. L’obiettivo è quello di incrementare le adesioni alla previdenza complementare da parte dei lavoratori veneti e di plasmare un vero e proprio modello di welfare integrato regionale. Tra le sue funzioni, quelle di promuovere attività di informazione e assistenza qualificata, curare i rapporti con gli enti, realizzare progetti di tutela sociale e di welfare e avviare un osservatorio regionale sul welfare.

La previdenza complementare in Italia stenta infatti a decollare: vi aderisce solo 1 lavoratore su 4. In Veneto le percentuali sono superiori, tra il 30 e il 35%, grazie anche al fondo intercategoriale Solidarietà Veneto, che conta oggi oltre 86.000 lavoratori aderenti e 13.000 aziende associate. Ai vertici della graduatoria nazionale ci sono Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, dove si raggiunge il 40% di adesioni alla previdenza complementare, soprattutto grazie alle forme di autonomia in materia previdenziale che hanno permesso di attivare specifici fondi pensione territoriali. Il tasso di partecipazione è infatti mediamente più elevato proprio là dove l’offerta previdenziale è completata da iniziative di tipo territoriale.

«Sono convinto dell’opportunità di promuovere forme di decentramento anche sul tema del welfare – sostiene il Presidente del CNEL Tiziano Treu – purché sia un’operazione virtuosa e organizzata, non massificata. È necessario, inoltre, sviluppare la contrattazione territoriale, anche attraverso un sistema di incentivazione. Ogni intervento di riorganizzazione dei fondi, infine, sarebbe un passo nella giusta direzione».

Il consigliere regionale Antonio Guadagnini, promotore dell’iniziativa, ha ricordato come ogni anno la previdenza complementare attiri potenzialmente circa 5 miliardi di euro di risorse: una parte di esse – ha suggerito - potrebbero essere reinvestite sul territorio, sia come sostegno alle imprese che in materia di opere pubbliche, ad esempio nelle infrastrutture territoriali.

Tema cruciale emerso nel corso della mattinata è la necessità di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica. Secondo il politologo Paolo Feltrin la scarsa competenza finanziaria della popolazione sarebbe infatti la prima causa della bassa adesione alla previdenza complementare. Negli ultimi anni, tuttavia, si è osservata una progressiva crescita delle adesioni, che nel 2017 hanno raggiunto quota 8,3 milioni (erano 1,5 nel 1999), accompagnata da una diminuzione del numero di forme pensionistiche, passate da 739 a 415. Il nostro Paese, come tutti quelli in cui il pilastro pubblico della previdenza obbligatoria è particolarmente solido, rimane tuttavia tra quelli con il più basso rapporto tra patrimonio dei Fondi pensione e Pil (7,7%).

Presentando i dati sull’adesione alle casse previdenziali dei professionisti privati, Francesco Verbaro, senior advisor di Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati che conta 1,6 milioni di iscritti, ha invece evidenziato come la percezione di un futuro incerto e instabile abbia creato nei giovani uno scoraggiamento che impedisce l’idea di un risparmio previdenziale.

Il seminario ha rappresentato il primo passo di un progetto che nei prossimi mesi vedrà l’intero territorio veneto coinvolto in un programma di eventi di sensibilizzazione al tema della previdenza complementare. A supporto dell’intero progetto sono già attivi un sito web – www.venetowelfare.com – e le pagine social di facebook, linkedin e twitter.

Tra le iniziative in programma, una giornata interamente dedicata a sostenere la cultura e la promozione del welfare e della previdenza complementare. Il Welfare Day si svolgerà l’11 aprile 2019 con 7 appuntamenti a livello provinciale e ben 52 eventi organizzati su tutto il territorio veneto e rappresenterà un’occasione di confronto con esperti, rappresentanti del mondo sindacale, di associazioni datoriali, istituzioni, mondo finanziario e fornitori di servizi in tutta la regione.

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