Previsioni vendemmia, con 11 milioni di ettolitri di vino il primato è del Veneto. Zaia: «Eroici»
Soddisfatto il governatore della Regione Veneto Luca Zaia: «Nostra viticoltura eroica, è il miglior segnale di resistenza all’impatto con la crisi conseguente alla pandemia»
Una qualità delle uve buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, per un’annata che si preannuncia interessante. Una quantità in linea con quella dello scorso anno (-1%, a 47,2 milioni di ettolitri) che mai come quest’anno risente della congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle rese messa in campo dal governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di tutela. Una quantità che tuttavia dovrebbe consentire all’Italia di rimanere il principale produttore mondiale di vino, seguita dalla Francia con 45 milioni di ettolitri e dalla Spagna (42 milioni). È questo il quadro di sintesi, al netto di eventuali ulteriori eventi climatici avversi, relativo alle stime vendemmiali 2020 elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini e presentato ieri nel corso di una conferenza stampa online a cui ha partecipato anche la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.
Ernesto Abbona - UIV
Secondo il dossier redatto dal gruppo di lavoro congiunto, a una qualità alta e a una quantità leggermente inferiore alla media dell’ultimo quinquennio (-4%) fa da contraltare la particolare situazione economica internazionale, che registra una notevole riduzione degli scambi globali di vino (-11% a valore e -6% a volume nel primo semestre sul pari periodo 2019) e una contrazione, la prima dopo 20 anni di crescita, delle esportazioni del vino made in Italy (-4% nei primi 5 mesi), sebbene inferiore a quella dei principali competitor. Elementi questi che hanno determinato difficoltà tra le imprese e un aumento seppure contenuto delle giacenze dei prodotti a denominazione con conseguente limatura dei listini di Igt, Doc e Docg. In questo contesto economico ancora difficile la vendemmia in corso rappresenta, per caratteristiche quali-quantitative, una eccellente opportunità per la ripartenza del prodotto Italia, a maggior ragione se sostenuto da una adeguata campagna nazionale e internazionale di promozione del vino del Belpaese.
Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: «L’annata 2020 si presenta con delle uve di ottima qualità, sostenute da un andamento climatico sostanzialmente positivo, che non possono che darci interessanti aspettative per i vini provenienti da questa vendemmia. Sotto il profilo fitosanitario - ha proseguito Riccardo Cotarella - i vigneti si presentano sani anche se le precipitazioni degli ultimi giorni impongono un continuo monitoraggio da parte dei tecnici per valutare l'accrescimento dei grappoli e il controllo dei potenziali attacchi di patogeni. Intanto i primi riscontri analitici evidenziano delle gradazioni medio alte e un buon rapporto zuccheri/acidità, oltre ad un interessante quadro aromatico per le varietà bianche e tenori polifenolici medio alti nelle uve a bacca rossa. Preludio di interessanti e ottimi vini. L’alta qualità sarà elemento determinante per affrontare e superare il difficile momento che il mondo del vino e in generale il sistema produttivo mondiale stanno vivendo a causa dell’emergenza Covid».
«Il settore vitivinicolo italiano ha dato prova di una straordinaria capacità di ripresa e resilienza - ha dichiarato in conferenza stampa Raffaele Borriello, direttore generale dell’Ismea - riuscendo a reggere l’urto di questa crisi senza precedenti che si è abbattuta sul sistema produttivo globale. Un sospiro di sollievo proviene sia dal cessato allarme dazi verso gli Usa, che sta invece penalizzando i nostri concorrenti francesi e spagnoli, ma anche da una vendemmia che per qualità e quantità risponde agli attuali bisogni del settore. Desta naturalmente preoccupazione - ha concluso Raffaele Borriello - la flessione sui mercati esteri, dopo 20 anni di crescita ininterrotta, e lo spettro di una recessione economica globale, ma il sistema vitivinicolo italiano appare solido e in grado di tornare sui livelli a cui ci aveva abituato».
La geografia dell’annata produttiva vede in leggero incremento il Nord (+3% sul 2019) mentre al Centro e al Sud le quantità si dovrebbero ridurre rispettivamente del 2 e del 7%. Il Veneto (+1%) rimarrà la prima regione con 11 milioni di ettolitri, seguita da Puglia (8,5) Emilia-Romagna e Abruzzo. Assieme le 4 regioni sommano i 2/3 di tutto il vino italiano. Tra le principali aree produttive, segno più per Piemonte e Trentino-Alto Adige (+5%), Lombardia e Marche (+10%), Emilia-Romagna e Abruzzo (+7%). Calo della produzione invece in Toscana e Sicilia (-15%), Friuli-Venezia Giulia (-7%) e Puglia (-5%). Ad oggi, 3 settembre, è stato raccolto circa il 20% dell’uva. Il dossier “Previsioni vendemmiali 2020” di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini è stato elaborato in base alle rilevazioni dei rispettivi osservatori territoriali, a valutazioni comparate delle indicazioni quali-quantitative e all’elaborazione statistica rispetto alle serie storiche ufficiali degli anni precedenti.
Sul tema è intervenuto nelle scorse ore anche il presidente del Veneto Luca Zaia, commentando così il primato italiano nella produzione di ettolitri di vino che le stime attribuiscono anche quest’anno alla sua regione. «Se il Veneto si conferma anche in questa vendemmia al primo posto a livello nazionale per produzione è un segno della tenacia e della forza di volontà dei nostri viticoltori. Dopo la crisi legata al Covid, qualcuno in un momento di sconforto forse ha anche pensato che era da valutare bene se vendemmiare in un simile contesto. Ma le sfide nel lavoro sono il pane dei Veneti ed oggi abbiamo già una risposta positiva».
Il governatore Luca Zaia ha poi aggiunto: «Non solo il Veneto è collocato in testa alla classifica delle regioni, ma si vede anche riconosciuto un sensibile incremento della produzione. Ci auguriamo che per tutto il settore sia il miglior segnale di resistenza all’impatto con la crisi conseguente alla pandemia e, soprattutto, di ripresa e rilancio. Mi congratulo con tutti i nostri produttori che in questi giorni sono al lavoro. Molto spesso si parla di viticoltura eroica per la difficoltà legata conformazione dei terreni, - ha infine concluso Luca Zaia - quest’anno ne possiamo parlare riferendoci a tutti coloro che nonostante la crisi hanno lavorato strenuamente per regalare questo nuovo traguardo al Veneto».