Conflitto armato in Etiopia, fabbrica di Calzedonia sospende produzione
Il responsabile della sicurezza del gruppo veronese: «Contiamo di evacuare i dipendenti italiani con l'aiuto delle nostre autorità appena le condizioni lo consentiranno»
Fabio Comini, responsabile della sicurezza del gruppo Calzedonia, ha riferito ad Adnkronos che è stata sospesa la produzione del sito che l'azienda veronese aveva aperto nel Tigray, una regione dell'Etiopia in cui è scoppiato un conflitto armato tra governo centrale e autorità locali.
Il lavoro in fabbrica di oltre duemila dipendenti, tra etiopi e italiani, è stato bloccato dalla mancanza di energia elettrica e non si può attualmente prevedere una sua ripresa. Comini ha comunque spiegato che l'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri è subito intervenuta per dare assistenza. «Da parte italiana abbiamo la massima collaborazione, lavoriamo a stretto contatto e ci sentiamo più volte al giorno - ha detto Comini ad Adnkronos - I cittadini italiani sono sei, di cui cinque dipendenti oltre ad un tecnico esterno, più un cittadino dello Sri Lanka. Comunichiamo fin dal primo giorno con i loro familiari e contiamo di poterli evacuare con l'aiuto delle nostre autorità appena le condizioni di sicurezza sul terreno lo consentiranno».