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Tra pregiudizi e scarsa sinergia, ricercatori e imprese ancora distanti

Fondazione Emblema ha presentato a Verona la ricerca «Dal dottorato all'impresa: aspettative e realtà» durante il Forum della Borsa del Placement, evento nato proprio che unire il mondo delle imprese con quello delle università

È iniziato ieri, 1 ottobre, e si concluderà domani, alla Gran Guardia di Verona il Forum della Borsa del Placement, promosso da Fondazione Emblema e giunto alla 13esima edizione. Il forum vede al suo interno due momenti determinanti: «forU» dedicato ai responsabili degli uffici di placement delle università e manager delle aziende; mentre «forDoc» è l'unica iniziativa nazionale di recruiting dedicata a dottori e dottorandi di ricerca che hanno conseguito o stanno per conseguire il titolo in Italia.

Le protagoniste della prima giornata dell'evento sono state alcune delle imprese più innovative del nostro Paese, l'agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) e Siav, società di servizi e consulenza alle imprese di Confindustria Veneto. Insieme a loro, i giovani più preparati d'Italia, per confrontarsi sui temi dell'occupabilità, delle condizioni di impiego e delle aspettative dei dottori di ricerca.
Valorizzando il proprio punto di vista e la lunga esperienza maturata sul campo, i protagonisti del forum sono chiamati a dare risposte e a fornire modalità innovative per migliorare le connessioni tra mondo del lavoro e università, con un occhio particolare rivolto ai dottorandi. Perché i dottori di ricerca possono essere una grande risorsa per le aziende, ma affinché lo diventino davvero, va stabilito un rapporto nuovo e diretto tra imprese e università. Altrimenti i ricercatori italiani rimangono sempre a metà strada, costretti tra pregiudizi e grandi potenzialità inespresse.

Un quadro confermato anche dalla ricerca «Dal dottorato all'impresa: aspettative e realtà», realizzata da Fondazione Emblema. L'obiettivo della ricerca, che ha coinvolto 219 aziende (il 63% di grandi dimensioni), è quello di fornire strumenti e modalità di collaborazione innovative per riuscire a colmare la distanza tra università e aziende. Anche tra le imprese che hanno già partecipato a precedenti edizioni del forum e che quindi hanno già sviluppato rapporti con gli atenei, solo il 30% è entrata in contatto direttamente con un dottore di ricerca per un progetto condiviso con l'università. È pur vero che il 35% ha avuto rapporti indiretti con un ricercatore, attraverso il lavoro di un professore, ma rimane il fatto che la stessa percentuale non ha mai avuto a che fare con un dottorato. Dato ancora più interessante è il rapporto che le aziende hanno con il dottorato di ricerca industriale, cioè quel particolare dottorato nato in collaborazione tra università e impresa. Dalla ricerca emerge che il 38% degli intervistati non lo giudica interessante per la propria azienda, elemento sicuramente critico considerato il campione; che il 16% non sa come attivarlo, mentre il 18% non ha mai parlato di questa opportunità con un ateneo.
Quindi, le università sono chiamate a potenziare gli strumenti di collaborazione con le imprese e la capacità di comunicare le proprie attività di ricerca e le conseguenti possibili applicazioni industriali. Eppure, le aziende considerano interessanti i profili dei ricercatori soprattutto nel ruolo di tecnico per ricerca e sviluppo, come analista e data scientist o project manager. Ne apprezzano in particolare la capacità di lavorare in contesti internazionali, li stimano per le loro specializzazioni tecniche, per la capacità di rispettare vincoli e scadenze e anche di gestire problemi complessi. D'altro canto riscontrano nei dottori di ricerca le stesse caratteristiche proprie del mondo accademico e, quindi, li criticano per scarsa dose di pragmatismo, maggiori criticità nell’aderire alle politiche aziendali e nel seguire direttive precise.
Ma il fatto che i dottori di ricerca non siano presenti in azienda, non è determinato solo da pregiudizi. È vero che il 31% degli intervistati non li ritiene utili per la propria impresa, ma rimane un 55% che non ha mai ricevuto candidature per posizioni aperte. È evidente che in questo caso, va migliorata la capacità degli atenei di sviluppare le azioni di placement a favore dei dottorandi con specifiche azioni di orientamento al lavoro per prepararli ad affrontare un processo di selezione. Anche perché da un punto di vista economico ai dottori di ricerca è riservato un trattamento economico interessante: per il 64% è previsto un inquadramento migliore rispetto a un neolaureato, il 62% ha una carriera più rapida rispetto a un neolaureato, rispetto a un 12% che non fa una carriera brillante in azienda.

Abbiamo portato a Verona la Borsa del Placement perché attorno a questo progetto c'è stato un interesse e un entusiasmo inedito, da parte di tutti coloro che sono interessati a far dialogare il mondo del lavoro e dell'alta formazione - ha commentato Tommaso Aiello, presidente Fondazione Emblema - In questi giorni ospiteremo rappresentanti delle aziende, delle università e delle istituzioni locali con l'obiettivo di avvicinare il mondo dell'alta formazione e delle risorse umane. Siamo convinti che ci siano tutti gli ingredienti per far riuscire bene questo forum per realizzarne altri qui a Verona in futuro.

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