Poltrone, ciak si gira!
Una serie di rinnovi o tentati rinnovi si profila per la finanza veronese
Tempi moderni si intitolava il film di Chaplin in cui attaccava ferocemente la moderna civiltà e ne metteva a nudo le forti contraddizioni: grande ricchezza derivante dallo sfruttamento scientifico del lavoro che però produceva grande alienazione dell'uomo. La speranza era nelle generazioni future.
Spesso la finanza veronese così si comporta. La grande ricchezza esistente produce grande alienazione ed incapacità per fior di intelligenze di uscire dallo schema culturale dominante e prendersi dei rischi. Pochi si azzardano al rinnovamento, molti si attaccano imperituri alle poltrone, ma riducendosi queste a causa della crisi, si va verso lo sfruttamento scientifico di quello che c'è. La sarabanda delle poltrone continua, ed invece di pensare allo sviluppo, si pensa a guadagnarsi la pagnotta scarnificando l'esistente.
Pensare ad unirsi per ridare slancio al sistema economico, ad aprire nuove opportunità, comporta da una parte inventiva, e quella non manca, dall'altra sacrificio e questo tutti sperano siano gli altri a farlo. Ed invece, con l'anno nuovo alle porte, carico di rinnovi di prestigiosi incarichi, si stanno affilando le unghie, nelle segrete stanze del potere, per accaparrare alle proprie cordate il maggior numero di posti possibili.
L'anno prossimo per la finanza veronese di profila una serie di rinnovi o di tentati rinnovi che fanno tremare i polsi per le complicanze che potrebbero indurre. Si comincia in primavera subito dopo le elezioni regionali, che probabilmente rappresenteranno una svolta di non poco conto, con le assemblee di Cattolica Assicurazioni e del Banco Popolare con la riconferma dei presidenti uscenti, rispettivamente: Bedoni e Fratta Pasini. Varie voci sottolineano che tentativi di destabilizzare l'esistente sono in atto ma non crediamo, allo stato attuale, che siano in grado di produrre effetti. Si passa poi con la blindatissima Fonda-zione Cariverona, primo azionista di Unicredito, ove il Presidente è pure alle prese col rinnovo.
E' possibile un ciak si gira? E' possibile che una o tutte delle presidenze in essere siano messe in discussione e che, dietro quella cortina di fumo che le istituzioni stanno innalzando, le lotte intestine di cui si sente un sommesso vocio lascino sul campo qualche vecchio attore per proporne uno più nuovo? E' auspicabile un ciak si gira e si cambia per qualche ruolo? E' possibile che l'avanzare politico della Lega ( abbia o no la guida del Veneto è fuor di dubbio che è il primo partito del Veneto) possa condizionare certe scelte inerenti alla finanza veronese che ha una struttura molto sensibile alla guida politica? Le due principali cooperative finanziarie si basano sul voto capitario (una testa, una persona) che è molto influenzabile dall'agone politico e dalla crisi economica in atto.
La Fondazione Cariverona, pur con il suo statuto autoreferente è espressione del territorio politico e con un bilancio per il sociale quasi dimezzato lascerà a secco molti progetti quest'anno riducendo la simpatia che con queste elargizioni poteva esprimere. Sempre per Cariverona, dopo aver perso tutto l'indotto della banca di casa, il progetto di riduzione delle spese vede l'abbandono dell'unica realtà di Unicredit Group ancora presente oggi, cioè la sede della Corporate. Biasi ha reagito: prima di tirare fuori i soldi per Unicredit vuole vederci chiaro. Dopo aver visto gli amici libici salvare Unicredit con un suadente piatto di lenticchie e aver ringraziato Profumo per la sua profonda umanità, ora speriamo che chi sarà il presidente della Fondazione sappia significativamente continuare a valorizzare il patrimonio in forma diretta ed indiretta.
Spesso la finanza veronese così si comporta. La grande ricchezza esistente produce grande alienazione ed incapacità per fior di intelligenze di uscire dallo schema culturale dominante e prendersi dei rischi. Pochi si azzardano al rinnovamento, molti si attaccano imperituri alle poltrone, ma riducendosi queste a causa della crisi, si va verso lo sfruttamento scientifico di quello che c'è. La sarabanda delle poltrone continua, ed invece di pensare allo sviluppo, si pensa a guadagnarsi la pagnotta scarnificando l'esistente.
Pensare ad unirsi per ridare slancio al sistema economico, ad aprire nuove opportunità, comporta da una parte inventiva, e quella non manca, dall'altra sacrificio e questo tutti sperano siano gli altri a farlo. Ed invece, con l'anno nuovo alle porte, carico di rinnovi di prestigiosi incarichi, si stanno affilando le unghie, nelle segrete stanze del potere, per accaparrare alle proprie cordate il maggior numero di posti possibili.
L'anno prossimo per la finanza veronese di profila una serie di rinnovi o di tentati rinnovi che fanno tremare i polsi per le complicanze che potrebbero indurre. Si comincia in primavera subito dopo le elezioni regionali, che probabilmente rappresenteranno una svolta di non poco conto, con le assemblee di Cattolica Assicurazioni e del Banco Popolare con la riconferma dei presidenti uscenti, rispettivamente: Bedoni e Fratta Pasini. Varie voci sottolineano che tentativi di destabilizzare l'esistente sono in atto ma non crediamo, allo stato attuale, che siano in grado di produrre effetti. Si passa poi con la blindatissima Fonda-zione Cariverona, primo azionista di Unicredito, ove il Presidente è pure alle prese col rinnovo.
E' possibile un ciak si gira? E' possibile che una o tutte delle presidenze in essere siano messe in discussione e che, dietro quella cortina di fumo che le istituzioni stanno innalzando, le lotte intestine di cui si sente un sommesso vocio lascino sul campo qualche vecchio attore per proporne uno più nuovo? E' auspicabile un ciak si gira e si cambia per qualche ruolo? E' possibile che l'avanzare politico della Lega ( abbia o no la guida del Veneto è fuor di dubbio che è il primo partito del Veneto) possa condizionare certe scelte inerenti alla finanza veronese che ha una struttura molto sensibile alla guida politica? Le due principali cooperative finanziarie si basano sul voto capitario (una testa, una persona) che è molto influenzabile dall'agone politico e dalla crisi economica in atto.
La Fondazione Cariverona, pur con il suo statuto autoreferente è espressione del territorio politico e con un bilancio per il sociale quasi dimezzato lascerà a secco molti progetti quest'anno riducendo la simpatia che con queste elargizioni poteva esprimere. Sempre per Cariverona, dopo aver perso tutto l'indotto della banca di casa, il progetto di riduzione delle spese vede l'abbandono dell'unica realtà di Unicredit Group ancora presente oggi, cioè la sede della Corporate. Biasi ha reagito: prima di tirare fuori i soldi per Unicredit vuole vederci chiaro. Dopo aver visto gli amici libici salvare Unicredit con un suadente piatto di lenticchie e aver ringraziato Profumo per la sua profonda umanità, ora speriamo che chi sarà il presidente della Fondazione sappia significativamente continuare a valorizzare il patrimonio in forma diretta ed indiretta.