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Piano salva-olivi di Coldiretti: «Sostegni a fondo perduto e semplificazioni»

L'associazione dei coltivatori: «La situazione è critica anche nella provincia veronese e c'è il rischio di un crollo di valore»

C'è una Fase 3 anche per l'olio d'oliva veneto, nonostante la manovra protezionistica americana di Trump e la sofferenza per il blocco del canale della ristorazione a causa dell'emergenza sanitaria.

Il prodotto interessa una superficie regionale pari a 4.750 ettari, concentrata nel veronese per il 70% con 3.345 ettari, e una produzione stimata nel 2020 di 190mila quintali (133.800 nella provincia veronese). E pur subendo, nei mesi della pandemia, un crollo degli ordinativi, grazie all'attività di consegna a domicilio sta recuperando quota, tanto che Aipo Verona (Associazione interregionale dei produttori) stima un calo assestato intorno al 20%. Mentre Unaprol, la principale organizzazione di aziende olivicole, parla di un crack da 2 miliardi di euro.

stime produzione olio 2020 coldiretti verona aipo-2

«La situazione è critica anche nella provincia veronese - ha commentato Coldiretti - dove il settore è caratterizzato da una forte identità territoriale con livelli qualitativi elevati dati da una biodiversità custodita da generazioni di agricoltori. Il rischio di un crollo di valore c’è soprattutto per la presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio spagnolo, spesso pronto a essere spacciato come italiano a causa della mancanza di trasparenza sul prodotto in commercio, nonostante sia obbligatorio indicare l'origine in etichetta. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari". Le scritte sono riportate in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. Il risultato è un danno economico e d'immagine grave per l'Italia. Un danno che che, unito agli effetti del coronavirus, rischia di rovinare i buoni risultati ottenuti a livello produttivo, grazie a una quantità di 365 milioni di litri, più che raddoppiata rispetto alla disastrosa annata precedente».
Per rilanciare il settore, Coldiretti ha elaborato un piano salva ulivi con un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle imprese agricole e frantoi che operano in filiera corta, quelle oggi maggiormente a rischio, con lo sblocco immediato delle risorse già stanziate per l'ammodernamento della filiera olivicola, anche attraverso la semplificazione delle procedure. Servirebbero poi meccanismi di flessibilità per la certificazione delle produzioni di qualità, sempre secondo Coldiretti. E nell'immediato andrebbero poi assicurati sostegno a fondo perduto per le imprese produttrici di olio 100% italiano per compensare la riduzione delle vendite e un aiuto integrativo per gli olii certificati Dop e Igp in giacenza, sfusi o confezionati e non venduti a causa dell'emergenza Covid.
«Ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sull'olio che rappresenta da sempre all’estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea - sottolinea Daniele Salvagno presidente provinciale e regionale di Coldiretti - si tratta di un'esigenza tanto più pressante se si considera che sulle esportazioni di olio italiano rischiano anche di abbattersi i dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump».

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