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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Per Comuni e Provincia una manovra da paura

Regna il timore fra gli amministratori veronesi per le misure elaborate da Giulio Tremonti

E' paura fra gli amministratori veronesi per le misure studiate dal ministro all'Economia Giulio Tremonti. I tagli per 24 miliardi di euro previsti dalla manovra, infatti, stanno già facendo preoccupare amministratori e presidenti di Province ed enti locali. Soprattutto i sindaci stanno letteralmente sudando freddo. Verona, va da sé, non risulta indenne dall’ondata di preoccupazione che smuove tutto il Paese. Il timore non si è ancora tramutato in “malcontento” poiché ogni funzionario interpellato si riserva il diritto-dovere di valutare effettivamente l’opera del Governo.

“Tagli”. Questa la parola ricorrente a cui gli assessori al Bilancio della Provincia scaligera e del Comune dovranno fare fronte. “E’ indubbio che in un momento di crisi una manovra correttiva sia necessaria- spiega l’assessore provinciale Stefano Marcolini- Ma bisogna seriamente valutare le ripercussioni che avrà sui cittadini. Tutti dovranno tirare la proverbiale cinghia ma bisognerebbe tenere presente chi queste restrizioni le sta portando avanti da tempo. I Comuni e le Province virtuose, insomma, di cui noi orgogliosamente facciamo parte. Bisogna far luce sui provvedimenti ma ciò che risulta abbastanza chiaro è che a rimetterci saranno i cittadini che si troveranno molti servizi in meno, che per mancanza di soldi la Provincia non garantirà più. Altri discorsi riguarderanno le assunzioni e il congelamento dei contratti per i dipendenti pubblici: per un certo periodo non sarà possibile operare il cosiddetto turn-over pensionistico. E la nota dolente sarà poi cercare rispettare tutti i parametri del ‘patto di stabilità’”.

Proprio su questa nota dolente esprime più preoccupazione l’onorevole leghista Alessandro Montagnoli, già sindaco di Oppeano che rileva le disparità di trattamento sulla questione “meridionale”: “Fino ad ora solo le amministrazioni del nord si sono rifatte alle disposizioni su sprechi e tagli. Al sud continuano a macinare miliardi in barba a qualsiasi periodo di austerità. Aggiungiamo poi il fatto che un articolo del patto di stabilità stabilisce l’ineleggibilità per gli amministratori che sforano la nota spesa. Arriveremmo a pensare che nessuno degli attuali possa ricandidarsi per gli anni a venire. E al sud, ancora una volta, si verificherà il caos. Devono mettersi in riga. Non possiamo continuamente pagare per loro. A rimetterci siamo noi, considerati i più virtuosi”.

Dal canto dell’opposizione la preoccupazione potrebbe seriamente manifestarsi sottoforma di protesta pura e semplice. Dai banchi del Pd e dell’Idv le reazioni alla parola “tagli” si accompagnano a frasi come “manovra dissennata” e “finanziaria devastante”. A chiudere la porta con tre mandate ci pensa l’onorevole Giampaolo Fogliardi (Pd): “Per ora mancano dati esatti. Ma da quel che si sa è possibile già sbilanciarsi in un commento, e cioè che le disposizioni metteranno Ko tutto il Paese. Il Governo ha sconfessato in due anni tutte le misure introdotte da Prodi. Dalla tracciabilità alle case fantasma, fino alla lotta all’evasione: tutti provvedimenti che dovevano essere attuati fin dall’inizio e che il centrosinistra stava portando avanti. A quanto pare si svegliano ora. E a rimetterci saranno i più deboli, come sempre: lavoratori dipendenti, precari, anziani. E naturalmente gli enti locali come Province e Comuni. Si tratta di non voler ammettere di aver sbagliato completamente politica economica”.

Timori che anche l’economista e professore all’università di Verona, Antonio Borghesi, già onorevole Idv mantiene: “La manovra avrà effetti devastanti su enti locali e cittadini. Il Governo ammette che non si metteranno le mani in tasca agli italiani ma tramite questi provvedimenti saranno i Comuni e le Regioni a doverle mettere. Infatti saranno costretti ad introdurre e aumentare al massimo le aliquote di tassazione a sfavore delle categorie meno forti come ammalati, anziani e lavoratori dipendenti. Un esempio si vedrà in ambito sanitario, quando aumenteranno a dismisura i ticket negli ospedali. Per quanto riguarda l'Università il condizionale è d'obbligo: non si dovrebbero verificare ulteriori tagli mentre per le scuole il discorso si fa diverso e si procederà con un'espulsione continua dei precari”.

Con gli enti locali nella bufera anche le comunità montane dovranno alzare gli scudi, o almeno ci proveranno. Spiega Claudio Melotti, presidente della comunità della Lessinia: "Dal puntio di vista politico le abolizioni delle amministrazioni 'eccedenti' non ci dovrebbero toccare. E, sembra un paradosso, il Governo non potrà nemmeno toglierci fondi: semplicemente perchè è da due anni che non ne riceviamo. Peggio di così, quindi, non si può fare. Aspettiamo ancora l'ultima rata del mutuo da 85mila euro l'anno che la Regione dovrebbe stanziare per l'acquisto della sede a Boscochiesanuova. Siamo ridotti in ginocchio. E l'unico mantra che ci possiamo ripetere è 'ripartire da zero', perchè quello è rimasto".

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