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Economia

Opere pubbliche al palo: "Citt alla canna del gas"

I tagli bloccano Verona. Di Dio: "Futuro senza cantieri. A farne le spese cittadini e turisti"

Una manovra da “lacrime e sangue” che metterà in ginocchio la città con un azzeramento dei lavori pubblici e le immediate ricadute sui comparti produttivi e turistici. Lo slogan ideale che gli amministratori locali rimandano ai veronesi è “resistere, resistere, resistere” all’ondata di sconforto e di delusione provocata dalle prime proiezioni della Finanziaria di Tremonti. “Siamo ridotti alla canna del gas- ammette l’assessore all’Edilizia pubblica, Vittorio Di Dio- il futuro è nerissimo e non ci saranno possibilità di sbloccare la situazione nei lavori pubblici. Attualmente stiamo portando a termine le opere già messe in cantiere con i soldi risparmiati nel 2009: per effetto dei tagli previsti gli investimenti sono già stati bloccati e l’anno prossimo la città sarà ferma. Quindi mancherà la possibilità di offrire alla città i lavori di cui necessita sia sul piano delle realizzazioni sia su quelli della manutenzione ordinaria e straordinaria che si regge per l’80 percento sui trasferimenti governativi. Senza le necessarie misure, i monumenti e le sedi storiche di cui Verona fa vanto procederanno verso un invecchiamento e un impoverimento e le ricadute saranno immediate sul turismo. Sembra un paradosso ma da tagliare ci sarà ben poco, perché siamo già ridotti malissimo”.

Parole, quelle di Di Dio, che fanno temere ripercussioni gravi anche su tutti i veronesi, ben aldilà dei prospetti sulle opere pubbliche. E la minaccia maggiore si profila per l’innalzamento delle tasse sui consumi di acqua, gas e luce e sui servizi che verranno inevitabilmente ridotti. “Ci si preoccupa indubbiamente sulla sorte dei cittadini, che non hanno mai mancato di ‘sacrificarsi’ in tutti questi anni di ristrettezza- afferma Daniele Polato, assessore al Patrimonio- ma su salute, sociale e scuola porremo il nostro veto: nulla sarà sacrificato. La scure più che altro si abbatte sugli amministratori che sono più vicini alla gente: consiglieri comunali e di circoscrizione, destinati a trasformarsi volontari prestati alla politica. Ai comunali verrà tolta ogni dignità perché i tagli nel corso degli anni ne hanno decurtato le indennità del 50 percento, passando da 1900 euro del 2004, ai 900 previsti, mentre dalle circoscrizioni gli amministratori percepiranno poco più dell’elemosina da 100 euro”.

Un malcontento generalizzato che si trasforma in “furia” non appena si toccano i tasti dolenti dei tagli differenziati di regione in regione. E su questo punto Polato e Di Dio si dicono perfettamente in sintonia affermando l’importanza di operare tagli più grossi laddove si sono verificati gli sprechi più rilevanti. “Che comincino a pagare giù a Roma- dichiara Di Dio- e che vengano tagliati gli stipendi degli onorevoli e si prosegue verso il Sud con Reggio Calabria e Catania in testa, che hanno fallito su tutto il fronte politico e finanziario. Perché tocca sempre a noi pagare per il malgoverno degli altri?”.

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