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"Niente contro Gheddafi, difendo i nostri interessi"

Intervistato a Mattino Cinque, Tosi torna sulle dimissioni di Profumo: "Non colpa nostra"

Il sindaco di Verona Flavio Tosi in questi ultime settimane era stato il più attento critico dell’ormai ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, tanto che oggi, il girono dopo l’uscita di scena del manager, è indicato come il principale artefice delle dimissioni. Intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro durante la trasmissione televisiva Mattino Cinque Tosi chiarisce: “Non abbiamo organizzato nessun licenziamento di Alessandro Profumo. Abbiamo ascoltato Biasi (presidente della Fondazione CariVerona, che è il primo azionista italiano di Unicredit, ndr) come presidente perchè si rapporta sempre con noi”.

Profumo era stato attaccato direttamente dalla Lega e da Tosi per l'ingresso dei soci libici nel capitale dell’istituto di credito. Un ingresso che è stato visto come una vera e propria scalata all’interno della banca, che ha portato i soci libici, divisi in due gruppi di azionisti (la Libyan Investment Autority e la Central Bank of Libya, ndr), a quasi l’8% delle azioni, quando, per statuto della banca, un azionista può arrivare al massimo al 4,98%.

L’unico problema, che c’era e che c’è ancora è che qualcuno fermi la scalata libica – ha voluto specificare Tosi -. Questa scalata fatta un po’ di nascosto e in maniera repentina ci ha spaventato”. Il sindaco ha ricordato, infatti, che in Unicredit "c'è un piano di quasi 4mila esuberi. Se la testa resta in Italia, il confronto avviene con qualcuno che ha la stessa mentalità. Non ce l'ho con Gheddafi – specifica Tosi -, ma i libici farebbero solo i loro interessi".

In merito alla posizione del Governo il sindaco ha detto: "Non so cosa pensi Tremonti della vicenda Unicredit, ma per noi tutelare l'italianià dei patrimoni nazionali è una cosa importante. Non possiamo vendere le banche agli stranieri".

"La verità  - ha detto Giampaolo Fogliardi, onorevole del Pd - è che l'operazione araba in Unicredit nasce in pieno governo di centrodestra nel quale la Lega ha fior di ministri e che il nostro sindaco, che vive al margine dell'impero, si è trovato a gestire una situazione imbarazzante di cui è stato tenuto sostanzialmente all'oscuro".

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