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Economia Centro storico / Corso Porta Nuova

Ministro Giorgetti a Verona, il mondo delle imprese chiede meno burocrazia

«I tempi delle decisioni politiche non sono sempre adeguati alle esigenze del mondo delle imprese. Lavoro perché questo sistema cambi in fretta», ha detto il ministro dello sviluppo economico

Camera di Commercio ed imprese di Verona hanno accolto ieri, 16 maggio, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. I rappresentanti delle categorie economiche scaligere ed il ministro si sono potuti confrontare durante un incontro organizzato dal presidente dell'ente camerale Giuseppe Riello. Ed il principale grido d'allarme sollevato dalle categorie produttive ha riguardato la troppa burocrazia.

«La nostra economia è competitiva e diversificata tra esportazioni, turismo, commercio e servizi - ha detto Riello - Abbiamo retto molto bene la crisi del 2008, ma tra pandemia e guerra in Ucraina, iniziamo a vacillare. Cito un solo dato, il ricorso alla cassa integrazione: dagli 1,7 milioni di ore del 2019 siamo passati ai 51 milioni del 2020 e ai 22 milioni del 2021. È giunto il momento di riassegnare alle Camere di Commercio le funzioni di promozione reale dell’economia. Mi riferisco in particolare a quella dell'internazionalizzazione che in questo momento è affidata alla sola Agenzia Ice, un compito immane, tenuto conto della vocazione internazionale delle nostre imprese e della vastità e specificità dei territori italiani».

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(I presenti all'incontro con il ministro Giorgetti)

La parola è poi passata agli imprenditori. Sono intervenuti Giuseppe Manni, presidente della Holding Gruppo Manni; Andrea Bolla, presidente e amministratore delegato di Vivi Energia; Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Verona; Giancarlo Trestini, presidente di Ance Verona; Luigi Mion, consigliere delegato di Migross; e Carlo De Paoli, componente di giunta della Camera di Commercio di Verona.
Tra i temi più citati c'è stato quello della burocrazia, definita «micidiale in tutte le decisioni. Semplificandola si potrebbero risolvere i problemi dei settori del commercio e dell'edilizia». Ed è stato suggerito di adottare sistemi decisionali di negoziazione tra le parti politiche. «Negoziare i punti salienti, e soprattutto fermi, e redigere delle norme semplici e applicabili», è stato il consiglio.

Giorgetti, ha ricordato che «il Governo sta formando una nuova classe dirigenziale di giovani leve, ma ci vorranno almeno tre anni. C'è poi il problema di semplificare le procedure della giustizia tributaria, penale e civile che ostacolano non poco le procedure amministrative». Il ministro ha sottolineato, tra le altre cose, che «i tempi dei provvedimenti, delle decisioni politiche non sono sempre adeguati alle esigenze del mondo delle imprese che hanno emergenze e necessità di cambiare in fretta strategia soprattutto di fronte alle emergenze che stiamo vivendo. Lavoro perché questo sistema cambi in fretta».
Anche gli imprenditori hanno sottolineato che «le aziende non hanno tempo di aspettare tre anni per ridurre la burocrazia. Il periodo che vi attende da qui alle politiche, noi lo misureremo in termini di capacità di cambiamento e di snellimento della burocrazia. Il contributo del 110% è un’occasione di rilancio, ma tra le pratiche da evadere e i continui aggiornamenti normativi, rischiamo di rimanere al palo».

«E abbiamo difficoltà a trovare manodopera», hanno aggiunto gli imprenditori passando poi alla «crisi dell’acciaio, problema primo per la provincia di Verona, come quello altrettanto grave del grano. La filiera della meccanica e quella avicola sono in grave difficoltà».

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