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Economia

Mercato del lavoro in Veneto, saldo occupazionale positivo nel terzo trimestre del 2021

I dati del Sestante di Veneto Lavoro registrano un risultato nettamente migliore rispetto al medesimo periodo del 2019, questo grazie anche al prolungamento della stagione estiva, iniziata in ritardo e prolungatasi oltre le abituali scadenze

Nel terzo trimestre 2021 (luglio - settembre) si è registrato in Veneto un saldo positivo per 8.100 posizioni lavorative dipendenti, un risultato nettamente migliore rispetto al saldo negativo registrato nell’analogo periodo del 2019 (-4.700). Il recupero viene ritenuto imputabile in larga parte al prolungamento della stagione estiva che, seppure partita in ritardo, si è protratta oltre le abituali scadenze e ha determinato un minor numero di cessazioni nel periodo considerato.

I dati del Sestante di Veneto Lavoro, la pubblicazione trimestrale dell'Osservatorio mercato del lavoro che allarga al settore pubblico e a tutte le tipologie contrattuali l'analisi delle dinamiche occupazionali diffuse mensilmente con la Bussola, evidenziano la fase positiva del mercato del lavoro veneto, che risulta tuttavia ancora condizionato dalla relativa situazione di parziale “congelamento” determinato dalle misure di salvaguardia dei livelli occupazionali (divieto di licenziamento ed estensione della cassa integrazione su tutti) ancora in vigore nel periodo osservato.

Segnali positivi arrivano anche dall'intensità dei volumi di entrata e di uscita dall'occupazione: le assunzioni sono infatti cresciute del +7,2% rispetto al periodo pre-crisi, le cessazioni del +1,2%. In particolare, il tempo indeterminato ha registrato un aumento di 5.500 posizioni lavorative e un +3% delle assunzioni dirette che ha compensato solo in parte il crollo delle trasformazioni (-16%) dovuto alle minori attivazioni di contratti a tempo determinato nei mesi precedenti. In aumento anche lavoro a termine e somministrato, mentre il saldo negativo fatto registrare dall’apprendistato è essenzialmente imputabile alla fortissima crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato quale effetto delle conferme avvenute alla ripresa dell'attività produttiva dei contratti temporaneamente congelati durante il lockdown.

Con il Sestante l’analisi settoriale può essere estesa a tutta la domanda di lavoro espressa dalle aziende venete tramite reclutamenti diretti e quelli mediati dalle agenzie di somministrazione, anche in riferimento al lavoro domestico. Ne emerge l’andamento positivo nel trimestre dell’agricoltura (+10.588), mentre l’industria è trainata dal metalmeccanico e dall’alimentare. Nei servizi bilancio negativo per circa 6.500 posizioni lavorative, per effetto soprattutto del turismo che segna comunque una caduta pari a circa la metà di quella registrata nel 2019. Domanda di lavoro in crescita in tutte le province, con percentuali variabili tra il +0,6% di Belluno e il +13,8% di Vicenza. I saldi sono in parte condizionati dall’incidenza della stagionalità e risultano positivi a Verona (+7.900), Treviso (+6.000), Padova (+3.200), Vicenza (+1.300) e negativi a Venezia (-8.900), Belluno (-1.000) e Rovigo (-500).

La situazione appare ancora positiva anche sul versante economico. L'andamento del PIL nazionale pare orientato a superare le più rosee aspettative e la maggior parte delle imprese industriali e dei servizi prevedono di recuperare o superare i livelli precedenti la pandemia entro l’anno. Permangono tuttavia alcune possibili criticità, che già si stanno manifestando: le difficoltà di approvvigionamento, la forte tensione sul versante dei prezzi di materie prime e prodotti energetici, i rilevanti problemi logistici, l’aumento dell’inflazione e, sul fronte occupazionale, la difficoltà di reperimento di manodopera, peraltro già presente prima della pandemia in alcuni settori.

Scarica il Sestante dicembre 2021 - Veneto Lavoro

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