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Danese nominato presidente dell'associazione esposizioni e fiere italiane

Il presidente di Veronafiere è ora anche al vertice di un gruppo che riunisce 40 operatori fieristici nazionali, i quali organizzano più di mille manifestazioni ed eventi in media ogni anno

Il presidente di Veronafiere Maurizio Danese è il nuovo presidente di Aefi, l'associazione che riunisce 40 operatori fieristici nazionali, i quali organizzano più di mille manifestazioni ed eventi in media ogni anno. La nomina è stata votata oggi, 21 luglio, dall'assemblea dei soci di Aefi, riunitasi nella sede di BolognaFiere. Maurizio Danese, 57 anni, succede a Giovanni Laezza e il suo mandato durerà fino al 2022.
L'assemblea dei soci di Aefi, inoltre, ha nominato come nuovo vicepresidente Pietro Piccinetti, amministratore unico di Fiera Roma, che si aggiunge ad Antonio Bruzzone di BolognaFiere ed a Lorenzo Cagnoni di IEG-Italian Exhibition Group, confermati alla vicepresidenza.

Aefi, dal 1983, rappresenta il sistema fieristico italiano e ne promuove e supporta lo sviluppo. Il comparto è strategico per il Paese ed è in grado di generare un giro d’affari di 60 miliardi di euro ogni anno, coinvolgendo 200mila imprese e oltre 20 milioni di operatori professionali dall'Italia e dall’estero.
Le fiere si confermano uno dei più potenti ed efficaci strumenti di politica industriale a disposizione del Paese da cui si originano direttamente o indirettamente quasi il 50% delle esportazioni. Per oltre il 75% delle piccole e medie imprese italiane rappresentano l'unica piattaforma di visibilità internazionale per il business, in grado di garantire alle aziende chi vi partecipano un ritorno dell’investimento fino a dieci volte.

«Ringrazio tutti gli associati per la fiducia e chi mi ha preceduto per il lavoro svolto in questo periodo di grave e inaspettata criticità - ha commentato Maurizio Danese - L'emergenza Covid-19 ha colpito duramente anche il settore delle fiere: quasi il 90% delle rassegne programmate nel 2020 sono state posticipate o cancellate con un danno e una previsione di riduzione del fatturato complessivo che supererà ampiamente il 60%. Non dimentichiamo, poi, l'indotto delle filiere collegate, come quella degli allestimenti, dove si stimano cali anche dell'80%, o delle strutture ricettive. Oggi più che mai serve un nuovo paradigma programmatico e strategico, che metta al centro dell'azione di Aefi la promozione di una grande alleanza tra operatori fieristici e che acceleri anche su fusioni di sistema. Solo così sarà possibile misurarsi con i competitor stranieri, mantenendo al contempo la territorialità e le specificità delle manifestazioni storiche. Finora il Governo non ci ascoltato ma deve prendere necessariamente atto che le rassegne fieristiche non possono essere equiparate a spettacoli e sagre, come, purtroppo, abbiamo letto in alcuni decreti e nel decreto rilancio. Come Aefi, ribadiamo con fermezza la matrice industriale della nostra attività. Per questo, alle istituzioni chiediamo azioni concrete e incisive che vadano oltre la valutazione di istituire un generico fondo di sostegno, di cui al momento non c’è traccia nei provvedimenti governativi, o finanziare la partecipazione delle nostre imprese a eventi fieristici all’estero, organizzati dai nostri diretti concorrenti. Senza una strategia e un sostegno reale a livello nazionale, il rischio è che il nostro sistema fieristico perda peso in Europa e sui mercati di sbocco del made in Italy. Restiamo fermamente convinti di poter dare una grande spinta alla ripresa, conclusa l’emergenza. Con questo obiettivo le fiere italiane hanno sfruttato il lockdown investendo risorse proprie nella creazione di nuovi format sempre più sicuri, tailor made e capaci di integrare l’esperienza fisica con il mondo digitale. In questi mesi abbiamo tenuto sempre il motore acceso: ora aspettiamo dal Governo una data certa e lo stanziamento di aiuti economici calibrati per la ripartenza anche del nostro comparto».

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