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Martedì, 23 Aprile 2024
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Manovra, Confartigianato: «Preoccupano le incognite sui conti pubblici»

«Ciò non significa che gli apprezzabili segnali di attenzione rivolti alle piccole imprese abbiano meno valore, anzi, da un lato ci rincuora che, rispetto al passato, il governo abbia riaperto il confronto», ha detto il presidente Andrea Bissoli

«L’impressione è che ciò che di positivo c’è nella legge di bilancio sia dovuto a richieste soddisfatte, non a lungimiranza e ad un’autonoma strategia di rilancio del Paese». Questo il commento di Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Verona, dopo l’approvazione definitiva della manovra 2019 avvenuta nella serata del 30 dicembre.
«Ciò non significa – ha proseguito – che gli apprezzabili segnali di attenzione rivolti alle piccole imprese abbiano meno valore, anzi, da un lato ci rincuora che, rispetto al passato, il governo abbia riaperto il confronto con quei ‘corpi intermedi’, come i rappresentanti delle categorie economiche che l’Italia la stanno tenendo in piedi con il loro lavoro, che qualcuno avrebbe voluto eliminare e che spesso sono stati snobbati. Preoccupano, però, le incognite sulla tenuta dei conti pubblici e sulle prospettive dell’economia, oltre ai minori investimenti, ad esempio sulle grandi infrastrutture, come abbiamo già sottolineato con la manifestazione ‘Quelli dei sì’ organizzata a Milano».

«Il Governo – ha continuato Bissoli – su alcuni fronti ha dimostrato di saper ascoltare, recependo le nostre sollecitazioni, in particolare con le misure che prevedono la riduzione delle tariffe Inail per gli artigiani, l’innalzamento da 40.000 a 150.000 euro della soglia di affidamento diretto degli appalti, l’aumento della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali delle imprese, la tanto attesa cancellazione di quell’obbrobrio chiamato Sistri… sempre che non ne venga creato un altro simile».

Il Presidente di Confartigianato Verona giudica positivamente anche la riduzione della pressione fiscale sulle piccole imprese con la flat tax, le proroghe delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni degli immobili, riqualificazione ed efficienza energetica, acquisto di mobili, sismabonus, cura e sistemazione del verde, la conferma dell’iperammortamento e della formazione 4.0, le risorse per l’autotrasporto merci, la cedolare secca sugli affitti degli immobili commerciali e produttivi, la spinta agli investimenti pubblici in infrastrutture ‘minori’ con lo sblocco dei bilanci dei Comuni virtuosi.

«Ma l’impegno per rilanciare la nostra economia – conclude Andrea Bissoli – non si deve esaurire con la manovra. Va alimentato con una costante attenzione ai 4 milioni di piccole imprese italiane e puntando con decisione sugli investimenti pubblici e su quelli privati. Soltanto così si potranno realizzare le condizioni per creare lavoro di cittadinanza, non un reddito che rischia di rivelarsi un’elargizione di denaro pubblico senza alcuna certezza di risultato diverso dall’assistenzialismo che disincentiva il lavoro. Perché, ad esempio, dobbiamo continuare ad essere allarmati da ciò che non si otterrà con la riforma dell’alternanza scuola-lavoro, che vedrà ridotti finanziamenti e ore obbligatorie? Le opportunità di lavoro si devono creare investendo nei giovani, non sperando che ci pensi qualcun altro».

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