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Economia Centro storico / Piazza Cittadella

Sindacati sul piede di Guerra: «Mondial Forni apre al licenziamento del 25% dei lavoratori»

Fiom Cgil Verona e Fim Cisl Verona, nella mattinata del 14 dicembre, sono scesi in piazza Cittadella per protestare contro la decisione dell'azienda e chiedere l'apertura della Cassa integrazione straordinaria

Fiom Cgil Verona e Fim Cisl Verona sono scese in piazza Cittadella mercoledì mattina per protestare contro la procedura di licenziamento collettivo aperta dall’azienda scaligera Mondial Forni, che coinvolgerebbe 15-16 lavoratori o lavoratrici (il 25% dell’attuale organico). 

Secondo le sigle sindacali, il settore non sarebbe stato caratterizzato da crisi, neppure durante la fase più acuta della pandemia, ed imputano pertanto il calo di fatturato a scelte manageriali rivelatesi inefficaci, mentre l'azienda sostiene che il problema sia da additare all'assenza di ordini da parte di due importanti clienti. 
Fiom Cgil e Fim Cisl chiedono dunque che i licenziamenti vengano ritirati e che si attinga allo strumento della Cassa integrazione straordinaria «sulla base di un serio e condiviso Piano industriale che fino ad oggi peraltro non è mai stato redatto». I sindacati sottolineano che negli ultimi il numero di lavoratori alla Mondial Forni è calaro da 160 a 65 unità e si teme che questa procedura di licenziamento collettivo possa rappresentare un «colpo mortale» per questa realtà del territorio veronese. 

«I lavoratori della Mondial Forni, dopo diverse ore di sciopero, chiedono ancora a gran voce che vengano ritirati i licenziamenti e venga usata la Cassa integrazione straordinaria in tutto il suo percorso», recita il volantino delle sigle sindacali, che hanno annunciato uno sciopero di tre ore per martedì 20 dicembre. 
«L'azienda ha dichiarato l'apertura della procedura senza neanche un confrtonto con la Rsu e il sindacato provinciale - prosegue la nota -, modalità che ci lascia sconcertati per i modi. La nostra richiesta di apertura della casa per poter gestire il momento con il tempo necessario e senza mettere in atto i licenziamenti, ci sembra l'unica via percorribile». 
«La verità - continuano i sindacati - è che la non tutela dell'occupazione è una copertura per far fronte alla mancanza di progettualità della proprietà, che ha portato ad una mancanza cronica di ordinativi pur in un mercato che non denota crisi nel suo insieme». 
La nota poi termina affermando: «Siamo di fronte ad un'azienda che non si assume responsabilità occupazionali ma preferisce licenziare, tutto questo non è accettabile». 

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