rotate-mobile
Economia

Il turismo spinge la crescita occupazionale veneta: +3.000 posti di lavoro nel Veronese

Questa l'analisi offerta dalla Bussola del mese di febbraio pubblicata da Veneto Lavoro, la quale sottolinea come febbraio 2023 abbia ottenuto il miglior risultato degli ultimi cinque anni per questo periodo dell’anno

Nel mese di febbraio il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato è positivo per +12.700 posizioni lavorative. Si tratta del miglior risultato degli ultimi cinque anni per questo periodo dell’anno, compresa la situazione pre-crisi del 2019. Lo si apprende dall'analisi dei dati offerta dalla Bussola del mese di febbraio pubblicata da Veneto Lavoro

Il bilancio occupazionale è determinato dall’andamento particolarmente positivo sia dei contratti a tempo determinato (+8.700), reduci da alcuni mesi con segno negativo, che da quelli a tempo indeterminato (+4.100), a fronte della sostanziale stabilità dei contratti di apprendistato (-60).

Anche la domanda di lavoro registra volumi superiori a quelli degli anni precedenti. Le assunzioni sono state complessivamente 45.900, con una crescita del 9% rispetto al 2022 e del 10% rispetto al 2019. Prosegue la forte tendenza alla stabilizzazione dei rapporti a termine, in atto ormai da diversi mesi: le trasformazioni sono state complessivamente 6.100 (+15%), di cui 5.200 relative a contratti a tempo determinato e circa un migliaio per qualificazioni dall’apprendistato. Da segnalare la crescita del part time: delle 105 mila assunzioni effettuate nei primi due mesi dell’anno, quelle a tempo parziale sono state 29.100, in aumento del 10% rispetto al 2022, mentre quelle full time sono cresciute del +6%. L’incidenza del part time rispetto al totale delle assunzioni è pari al 45% per le donne e al 17% per gli uomini.

Le cessazioni di rapporti di lavoro ammontano complessivamente a 33.200 nel mese e mostrano una crescita più contenuta (+3%). L’83% delle cessazioni sono costituite da dimissioni o dalla conclusione di rapporti a termine. In particolare, le cessazioni per volontà del lavoratore sono state 14.200, il 43% del totale e in lieve diminuzione rispetto all’anno prima (-5%), mentre le chiusure per fine termine, che sono state 13.500, risultano in crescita (+18%).

Il saldo è positivo in tutti i territori. Un terzo dei nuovi posti di lavoro è concentrato nel veneziano (+4.100), dove anche le assunzioni segnano una forte crescita rispetto a febbraio 2022 (+33%). A seguire Verona (+3.000 posti di lavoro e +6% delle assunzioni) e Padova (+2.100 e +4%), mentre variazioni più contenute si registrano nelle altre province venete, con una crescita dei posti di lavoro che oscilla dalle poche centinaia di Belluno alle +1.400 di Treviso.

Nonostante saldi occupazionali generalmente positivi, l’analisi settoriale relativa ai primi due mesi dell’anno evidenzia una flessione della domanda di lavoro in agricoltura (-1,1%) e nell’industria (-3,9%), sulla quale pesa l’andamento particolarmente negativo del metalmeccanico (-5%), dell’industria chimica-plastica (-19%) e di alcuni comparti del Made in Italy (concia, legno-mobilio e calzature su tutti). Turismo e cultura trainano i servizi, che registrano 3.300 posti di lavoro in più e una crescita delle assunzioni del 16%. In particolare, i servizi turistici segnano un +34% mentre nel comparto dell’editoria e della cultura il reclutamento di attori e comparse per set cinematografici ha determinato un balzo delle assunzioni, passate dalle poche centinaia degli anni precedenti alle 3.500 del bimestre appena concluso.

Nel 2023 i nuovi ingressi in stato di disoccupazione sono stati 21.900, in aumento del 6% rispetto al 2022 quale conseguenza della ripresa delle movimentazioni in entrata e in uscita dal mercato del lavoro. L’incremento maggiore si è registrato per i lavoratori stranieri (+21%). Al 28 febbraio 2023 i disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego del Veneto sono complessivamente 317.100, con una prevalenza, abbastanza stabile nel tempo, di donne (58%), italiani (74%) e lavoratori di età compresa tra i 30 e i 54 anni (48%). I giovani costituiscono il 23% del totale.

«Il nuovo anno si apre con segnali incoraggianti dall’occupazione nella nostra regione. I dati di febbraio indicano che cresce l’occupazione stabile, con un aumento di 12.700 di posizioni lavorative. Va detto che rispetto alla domanda di lavoro questo è il miglior risultato degli ultimi cinque anni, in questo periodo, dovuto, in particolare, alla crescita dei contratti a tempo indeterminato ed il ritorno di quelli a termine. Venezia e Verona sono le province trainanti dove si registrano dati migliori, grazie al buon andamento del turismo».
Così l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan ha commentato i dati della Bussola di Veneto Lavoro. 
«Altro dato interessante è che l’occupazione cresce in tutte le province – sottolinea ancora Donazzan -. Un terzo dei nuovi posti di lavoro è concentrato nel veneziano (più 4.100), a seguire Verona (più 3.000), Padova (più 2.100) e a Treviso (più 1.400). Per quanto concerne i settori, trainanti sono il turismo e i servizi mentre l’agricoltura continua ad essere in negativo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il turismo spinge la crescita occupazionale veneta: +3.000 posti di lavoro nel Veronese

VeronaSera è in caricamento