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Economia

L'Assemblea approva il bilancio: bravo Bedoni!

I soci di Cattolica si sono espressi unanimi, ora si attui il piano industriale

“Si torni a lavorare”, ha commentato l’ad di Cattolica Mazzucchelli alla fine dell’assemblea snervante che si è tenuta lo scorso 24 aprile presso i padiglioni della Fiera di Verona. Si ricominci da questa votazione unanime che ribadisce la compattezza dei soci sull’operato della Compagnia per ricominciare a produrre.

Dopo il temporale che ha disturbato la società, torni il sereno, ripartendo dal bilancio della società che, pur oggetto di aspre critiche, tecniche e politiche, è stato approvato all’unanimità. Questo a dimostrare quanto siano state pretestuose alcune osservazioni. La battaglia che c’è stata era solo di potere, si contestava Bedoni per il nome che portava non per i risultati. Si sono cercati appigli e elementi di scontro solo al fine di far vedere che c’era qualcosa da dire, ma poi tutti hanno approvato il bilancio e la proposta di distribuzione del dividendo (i soldi tacitano anche le anime più dure).
 
Ed allora alcuni interventi di parte, alcuni fiacchi altri scontati, inducenti allarmismi e catastrofismi, con penose citazioni a sostegno delle proprie tesi, si sono dimostrati inficiati in nuce. Il non aver dichiarato lo scontro personale ha rovinato la serietà di alcuni interventi fatti da avversari della lista del Consiglio, che nel merito erano invece apprezzabili e condivisibili. In questa confusione, artatamente creata, molti sono stati indotti a votare solo per emulazione o simpatia personale senza rendersi conto del significato vero che aveva la frantumazione di un unanimismo storico, pur se indotto dalle nuove normative.

Tra i votanti la presa di posizione, a prescindere, ha fatto presa, e gli interventi assembleari a poco sono serviti. I più di 700 voti contrari alla lista del presidente uscente comprendevano i soliti voti di protesta, di chi vuol cambiare tanto per cambiare, ma moltissimi hanno votato prima di sentire le tesi degli oratori e, i molti , che ignoravano gli antefatti, si sono espressi solo sulla base di pre-giudizi di parte. La sfida è legittima e doverosa; distruggere quanto fatto senza sapere se è servito o meno a rimettere in carreggiata la compagnia, non è corretto. Questo rischio credo abbia indotto molti a sostenere il presidente uscente.

Molti non hanno accettato di procurare un danno alla Compagnia per ragioni personali come alcuni volevano. Di ciò se ne dia conto ai soci e che qualcuno se ne assuma le responsabilità. Ora si ritorni a lavorare, si ritorni a produrre, a formare valore ed a creare servizi utili ai soci, non ad un gruppo di soci. La Compagnia ha respinto compatta la proposta di cambiare. Il Consiglio di Amministrazione ha votato all’unanimità i nomi da presentare in assemblea ed i soci hanno capito ed hanno risposto. La stragrande maggioranza dei soci non era interessata all’evento. Nemmeno il 10% dei soci ha partecipato all’assemblea che all’inizio si preannunciava molto più numerosa. Adesso, però, si torni compatti a lavorare.

Il nuovo Consiglio attui il piano industriale; cerchi il dialogo con le varie componenti che si sono spese in assemblea; parta però dall’assunto che il Presidente c’è! L’assemblea non è sovrana su questo ma ha parlato chiaro. Il Presidente Bedoni l’hanno voluto i soci e nessuno si permetta di discuterlo. Il voto unanime sul bilancio, diviso sulle liste di nomi, persona , ha dato una chiara indicazione. Ora in Consiglio si rispetti la volontà dell’assemblea. Attenti però, i sepolcri imbiancati di biblica memoria, tornano sempre!

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