L'azienda di Vigasio che con la sua insalata innovativa batte la crisi economica da Covid
Ogni anno esporta mezzo milione di quintali di insalata in Germania, Austria e Paesi dell’Est. L'Ass. regionale Elisa De Berti in visita: «Imprese che fanno grande il nostro Veneto»
C’è un’azienda agricola in provincia di Verona che ha resistito alla pandemia e alla crisi ed esporta ogni anno mezzo milione di quintali di insalata in Germania, Austria e nei Paesi dell’Est. È la Disconzi di Vigasio, che raccoglie i frutti di anni di investimenti in innovazione, ricerca e qualità. Un’azienda modello visitata oggi dalla vicepresidente regionale Elisa De Berti e dal presidente della Terza commissione (che si occupa anche di agricoltura) Marco Andreoli, accompagnati da Gianmichele Passarini, presidente regionale di Cia –Agricoltori Italiani e Marta Turolla, direttore provinciale di Cia.
L’azienda in estate occupa 30 dipendenti e produce, oltre all’insalata, anche 150.000 quintali di peperoni e 100.000 quintali di pomodori. «Trent’anni fa sono venuto in contatto con la grande catena europea di Lidl, che ci ha chiesto prodotti sani, certificati, tracciabili dal seme alla produzione – racconta Silvano Disconzi, titolare dell’azienda -. In pochi anni sono riuscito ad avere prodotti perfettamente corrispondenti ai parametri di qualità e di residui chimici da cento a duecento volte inferiori ai limiti di legge nostri. Come? Ho investito in ricerca, nelle analisi, nel monitoraggio, nei prodotti innovativi come il distillato di legno, che combatte la cimice. Ho raggiunto i livelli del biologico senza fare biologico. In questo modo ho la certezza del prodotto venduto e di una remunerazione che non è mai inferiore ai costi di produzione. E questo mi ha permesso di crescere. Sono partito da tre ettari, oggi sono a 15, tutti sotto serra. Ma bisogna investire tutti gli anni se si vuole competere. Tanti, che non lo fanno, saranno costretti a chiudere entro pochi anni. Anche perché in Germania le istituzioni sono al fianco degli agricoltori con veterinari e tecnici dell’Ulss, mentre in Italia siamo soli».
Passarini, Andreoli, Disconzi, De Berti
Secondo Gianmichele Passarini questa storia d’eccellenza indica la direzione da percorrere: «In un anno così terribile come quello del Covid, che ha visto imprese che hanno chiuso e altre che fanno fatica ad andare avanti, abbiamo un modello di azienda che, attraverso investimento, ricerca e una visione diversa di agricoltura, è riuscita e riesce a stare in un mercato importante come quello estero, soprattutto nella grande distribuzione. La visita della vicepresidente regionale De Berti e del presidente Andreoli serve a far rendere conto che ci sono modelli di agricoltura che hanno soluzioni e che hanno bisogno di strumenti come innovazione e istituti sperimentali che non siano carrozzoni ma facciano ricerca per far crescere le aziende. La prossima Pac dovrà essere un elemento fondamentale per dare anima e corpo a queste aziende che investono su pratiche agricole che danno come risultato standard ottimali».
La stessa Ass. regionale Elisa De Berti conferma: «Per noi istituzioni è fondamentale avere la consapevolezza di quali sono le realtà produttive d’eccellenza del nostro territorio. Quest’azienda ha avuto il coraggio di investire e di avere una visione a lungo termine, riuscendo a fare biologico senza fare biologico. Lavoreremo per dare sostegno a queste imprese che fanno grande il nostro Veneto». Marco Andreoli quindi conclude: «L’azienda che abbiamo visitato oggi è l’emblema di quello che vorremmo per l’agricoltura del futuro. La Regione si impegnerà a cofinanziare interventi destinati agli investimenti e allo sviluppo tecnologico, e alla capacità di creare una filiera breve nel senso dei passaggi ma lunga a livello di ambizione e di orizzonti. Vorremmo che aziende come questa, capaci di stare sul mercato europeo, fossero sempre più numerose e diventassero uno stardard».