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Economia Centro storico / Via Giuseppe Mazzini

Verona è la settima città d'Italia dove pesano di più i rincari dei beni alimentari

Lo rende noto uno studio dell’Unione Nazionale dei Consumatori

A guidare la classifica delle città con i maggiori rincari dei beni alimentari sarebbe Cosenza, dove si registrerebbe un rialzo del 13,1% rispetto a luglio 2021, +847 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. È quanto emerge dagli ultimi studi dell’Unione Nazionale dei Consumatori, che pubblica i dati relativi a luglio. 

Al secondo posto Viterbo, con un incremento dei prezzi del 12,8% e un aggravio annuo pari a 713 euro. Ultimo posto sul podio va a Imperia dove mangiare costa il +12,7% in più, pari a 680 euro. Seguono Sassari (+12,4%, 569 euro), Ascoli Piceno (+12,2%, 664 euro), al sesto posto Catania (+9,5%, +551 euro), poi al settimo Verona e Terni (entrambe +11,5%, rispettivamente 621 e 690 euro), quindi Padova, Forlì-Cesena, Arezzo e Olbia-Tempio (+11,4% per tutte). 

Per quanto riguarda invece energia elettrica, gas e altri combustibili per l’Unione Nazionale dei Consumatori «in Italia il rincaro a luglio è stato già spaziale, +59,2% il dato tendenziale, con una mazzata a famiglia pari in media a 798 euro su base annua, in alcune città si è avuto addirittura un raddoppio rispetto allo scorso anno». In testa alla classifica ci sarebbe Bolzano, dove le spese per luce e gas decollano del 107,3% su luglio 2021. Medaglia d’argento a Trento, +105,2%, anche qui oltre il doppio.

Sul gradino più basso del podio, in base sempre ai dati dell'Unione Nazionale dei Consumatori, vi sarebbe Perugia (+65,9%). Seguono Terni (+65%), Teramo (+64,4%), al sesto posto Varese e Lodi (+63,6% per entrambe), poi Milano e Catania (+63,5% per ambedue). 

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