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Economia

Confesercenti Veneto: al caro energia, il 33% delle imprese risponde con l'aumento dei prezzi

È il risultato dell'indagine condotta dall'associazione. Nel Veronese, il 35,5% delle PMI nel prossimo trimestre si aspetta un fatturato inferiore, mentre solo il 2,2% lo indica come in grande aumento

Secondo Confesercenti Veneto, ciò che da mesi le piccole e medie imprese hanno cercato di non fare, oggi sarebbe per loro l'unica via per sopravvivere. L'aumento dei prezzi sarebbe per il 33% delle imprese intervistate, e affiliate all'associazione, la prima azione da compiere per contrastare il rialzo delle tariffe energetiche e dei costi dei beni.

Infatti, alla domanda "come intende agire?", un terzo degli esercenti interpellati non avrebbe avuto dubbi, indicando l'aumento dei prezzi come azione da intraprendere. Si fermano al 15% le imprese che limiteranno gli orari di lavoro e di apertura, leggermente inferiore il dato di coloro che introdurranno attrezzature a maggior risparmio energetico (14%); un 12% pensa di sospendere l’attività, un 10% ridurre il numero dei dipendenti; infine, ricorreranno al credito e ai finanziamenti garantiti, il 9% delle imprese intervistate.

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Verona

ANDAMENTO DEI RICAVI - Rispetto all'andamento dei ricavi, le imprese intervistate hanno dichiarato che si aspettano un fatturato inferiore nel prossimo trimestre (il 35,5 %), stabile per il 27,3%, molto inferiore il 15,8, in aumento il 14,8%, molto in aumento solo il 2,2%.

Per quanto riguarda l’andamento della sua impresa, nell’ultimo trimestre dell’anno lei si aspetta un fatturato_-2

QUALI LE MISURE PIU' URGENTI? - Al nuovo Governo che si sta formando, il messaggio delle PMI venete è chiaro: un terzo vuole subito misure per contenere gli importi delle bollette, seguite da un 28% che ritiene prioritario fermare il rialzo di prezzi dei beni e servizi, ridurre il cuneo fiscale (13%), una moratoria sui finanziamenti/cartelle esattoriali (9%); quasi a pari merito, accelerare l’attuazione del PNNR (7%)e ridurre il cuneo fiscale (8%).

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«È chiaro che oggi, sulla spinta degli aumenti energetici, non è più possibile contenere i prezzi - ha detto Cristina Giussani, presidente di Confesercenti Veneto -. L’indagine dimostra come la crisi in atto non consente più alle aziende di assorbire gli aumenti delle bollette che ormai sono insostenibili anche per imprese non energivore. Per la distribuzione alimentare, per i bar e i ristoranti, per gli alberghi, i costi energetici sono aumentati vertiginosamente e il caro carburanti colpisce duramente tutta la filiera del trasporto. Negli ultimi mesi, le imprese hanno ridotto al minimo i loro guadagni nel tentativo di non scaricare sui consumatori i maggiori costi e, ancora oggi, la tendenza è quella di ricorrere a misure straordinarie riducendo l’attività per contenere le spese, ma la ricaduta sui prezzi è ormai inevitabile. Si rischia effettivamente di deprimere ancora di piu' i consumi, e di far sprofondare famiglie e imprese in un clima di sfiducia da cui sarebbe difficile risalire. E’ necessario pertanto intervenire urgentemente se si vuole proteggere il potere d’acquisto delle famiglie ed evitare un tracollo dei consumi. Gli effetti della congiuntura internazionale, di un'inflazione fuori controllo, dall'impennata dei costi dell'energia e della recessione che si profila all'orizzonte rischia di dare il colpo di grazia a numerosi settori dell'economia nazionale. Questo scenario deve essere scongiurato in ogni modo possibile".

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