rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Zai / Via Selenia

Cala il numero delle imprese. L'allarme di Confartigianato: "Situazione grave"

“Sono anni, oramai, che l’emorragia di imprese artigiane non si arresta: ogni anno il saldo tra aziende di piccole dimensioni create e cessate va dalle 300 alle 400 unità in meno", lo ha affermato il presidente dell'associazione Andrea Bissoli

Sono anni, oramai, che l’emorragia di imprese artigiane non si arresta: ogni anno il saldo tra aziende di piccole dimensioni create e cessate va dalle 300 alle 400 unità in meno; la situazione è grave, se qualcuno non se n’è ancora resto conto è meglio che si dia una svegliata!”. Queste le parole di Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Verona, davanti all’analisi Movimprese di Unioncamere che fornisce i dati dell’intero 2016 e segnala una provincia di Verona dove mancano all’appello 365 imprese.

Il calo scaligero porta il suo contributo al saldo negativo regionale. All’artigianato veneto, infatti, mancano all’appello 1.751 imprese artigiane. Un numero importante, molto simile a quello registrato nel 2015 (allora si persero 1.838 imprese). Il saldo 2016, risultato dalla differenza tra le 7.638 nuove iscrizioni e 9.389 cessazioni, porta a 130.373 il patrimonio di imprese artigiane operanti sul territorio regionale con un calo del 1,3% inferiore, anche questa volta, a quello nazionale arrivato a -1,4%.

conf-2

“Verona – spiega Bissoli –, nel 2016, ha visto l’iscrizione all’Albo Artigiani di 1.496 attività e la contestuale cancellazione di 1.861 aziende, per un saldo negativo di 365 unità, che porta il totale delle imprese artigiane a 25.567”.

La contrazione delle imprese artigiane dipende sempre più dalla crisi che stanno affrontando le aziende del comparto edile scaligero le quali, nel corso del 2016, hanno registrano un saldo negativo pari a -216. Altro comparto in netta crisi è il manifatturiero, per il quale, le 140 imprese che mancano all’appello sono concentrate nei settori della produzione di mobili (-30), dei prodotti in legno (-27) e della fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi i macchinari (-23).

In terreno positivo, invece, i servizi per la persona (+27), i servizi di ristorazione (+24), la produzione di software, consulenza informatica e affini (+15).

“Dobbiamo analizzare con attenzione i dati – sono le parole del Presidente di Confartigianato Verona -, perché non possiamo lasciarci andare allo sconforto, ma reagire al cospetto di una costante emorragia che sta ‘spolpando’ uno straordinario patrimonio di conoscenza e competenze professionali. Nell’artigianato ci sono tante occasioni per realizzare idee innovative e per rilanciare attività tradizionali. Potremmo citare le esperienze nei settori dell’oreficeria e della calzatura, in cui gli imprenditori, utilizzando la stampa 3D e le nuove tecnologie digitali, hanno superato i problemi delle distanze e delle barriere fisiche, portando nel mondo l’eccellenza della manifattura made in Italy. Opportunità di creare impresa anche nei servizi, ad esempio con la domotica, o nella cosiddetta ‘economia circolare‘, cioè le attività di riciclo e del riuso creativo che danno una ‘seconda vita’ agli oggetti, creando nuovi prodotti con materiali di scarto”.

Il Presidente provinciale Andrea Bissoli, punta poi il dito contro alcune delle politiche di questi anni. “La scuola, il sistema della formazione, devono potenziare l’insegnamento della cultura del lavoro – afferma -. Ci sono poi le eterne battaglie sull’oppressione fiscale, l’iperproduzione burocratico-normativa, l’attuazione della riforma degli studi di settore e del Fondo centrale di Garanzia, previsti dalla Legge di bilancio e il problema della disoccupazione giovanile, di grande attualità in questi giorni, per i deludenti risultati dei recenti interventi normativi in materia di lavoro e di formazione”.

“Per fortuna – conclude Bissoli -, la nostra Confederazione ha portato a casa significativi risultati nella legge di bilancio, richiedendo ed ottenendo maggiore attenzione per il mondo della micro e piccola impresa, che ha bisogno di avere un livello di tassazione inferiore, una burocrazia che non opprima e lo lasci lavorare. Tutto questo affinché il Paese cresca, diminuisca la spesa pubblica e l’economia riprenda, sia all’estero sia sul mercato interno. Noi vogliamo contribuire in modo decisivo: di proclami ne abbiamo sentiti tanti, per anni, e ne siamo stanchi, preferiamo i fatti”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cala il numero delle imprese. L'allarme di Confartigianato: "Situazione grave"

VeronaSera è in caricamento