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Economia

Il Veronese non fa eccezione, crolla la domanda di mutui

In tutta la provincia richieste calate del 17% rispetto allo scorso anno. Le famiglie non si fidano

Continua il trend negativo della domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane. A fine ottobre la contrazione, a livello nazionale, segnava un -33% (dato ponderato sui giorni lavorativi) sui primi dieci mesi del 2010. E questo dato, elaborato da Eurisc - Sistema Crif di informazioni creditizie, viene confermato da un andamento dei prestiti bancari il cui crollo è in doppia cifra. Nei primi 10 mesi del 2011 il decremento complessivo, sempre su scala nazionale, è stato del -14% ma anche il confronto con gli anni precedenti denota una forte contrazione del numero di richieste di finanziamento avanzato dalle famiglie italiane per l'acquisto di un immobile.

Il Veneto non è immune da questo trend. Il calo delle richieste nei primi dieci mesi dell'anno in corso è stato, a livello regionale, del 14% rispetto al pari periodo 2010. Si passa da un massimo calo di Vicenza, che segna un -18% al minimo di Venezia con -9%, passando per Verona (-17%), Rovigo (-16%), Padova (-15%), Belluno (-12%) e Treviso (-11%).

"È difficile imputare questa picchiata delle richieste di mutuo - commenta Enrico Lodi, direttore generale Credit Bureau Services di Crif - principalmente al riassorbimento dell'effetto-rinegoziazione che certamente aveva caratterizzato la crescita della domanda nell'ottobre di un anno fa. Più probabilmente - spiega - siamo di fronte all'avvitamento della domanda per le ormai purtroppo consolidate aspettative negative delle famiglie italiane, cui inizia ad aggiungersi una forma di autocensura preventiva: perché chiedere un mutuo quando è evidente che le probabilità di ottenerlo hanno iniziato a contrarsi, causa la scarsa disponibilità di impieghi disponibili da parte degli intermediari finanziari? Questa consapevolezza è vero veleno - conclude Lodi - perché colpisce al cuore non solo l'idea di una ripresa in positivo delle aspettative, legate all'andamento economico, ma anche il senso della relazione tra chi dà e prende credito, minata nei suoi fondamentali: fare raccolta per fare impieghi".

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