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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Fondazione Arena, frattura nel nuovo CdI sul sovrintendente. Tommasi: «Fatto gravissimo»

Quattro dei sette consiglieri hanno bocciato la proposta del sindaco di procedere con la pubblicazione dell’avviso per raccogliere manifestazioni di interesse, motivandola con i tempi troppo stretti. Il primo cittadino però ricorda che gli era stato impedito di procedere prima per attendere il nuovo Consiglio

Il nuovo Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena di Verona si è riunito per la prima volta giovedì, registrando la prima netta divisione tra i soci. 
Alla riunione presieduta dal sindaco Damiano Tommasi, erano presenti Stefano Soso, come settimo componente nominato dal Ministero, e l'imprenditrice Marilisa Allegrini, entrambi in quota al Comune. Gli altri quattro componenti presenti erano Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona, Samuele Marconcini, ad Cattolica Assicurazioni-Gruppo Generali, Serena Cubico, di Fratelli d'Italia per Ministero della Cultura, e Federico Pupo, per la Regione in quota Lega. 

Questi i due gruppi della frattura sul tema della modalità di nomina del nuovo Sovrintendente. La proposta del primo cittadino di Verona, nonché presidente della Fondazione, come già anticipato in via informale ai membri del nuovo consiglio, era quella di procedere con la pubblicazione dell’avviso per raccogliere manifestazioni di interesse da parte di soggetti che abbiano i requisiti idonei a tale incarico. Erano stati previsti 5 giorni per presentare la documentazione richiesta, dopodiché le candidature pervenute sarebbero state valutate collegialmente dal Consiglio di indirizzo ai fini della formulazione ufficiale da parte del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. 
Tale proposta però, una volta messa ai voti, non ha trovato il sostegno della maggioranza. A votare a favore il gruppo in quota al Comune (Tommasi, Allegrini e Soso), contrari i rappresentati dei soci privati (Riello, Cubico, Pupo e Marconcini). La motivazione di quest'ultimi sarebbe relativa ai tempi troppo stretti, in quanto il mandato dell'attuale sovrintendente, Cecilia Gasdia, scade il 4 marzo, dopo essere già stato prorogato di 45 giorni. 

Una votazione che non ha trovato il gradimento del sindaco Tommasi: «Quanto accaduto è un fatto gravissimo e non credo sia un buon inizio - precisa il primo cittadino al termine della riunione -. Le motivazioni che hanno accompagnato il voto contrario di quattro dei membri del Consiglio le ritengo decisamente poco strutturate considerando anche il fatto che mi è stato impedito di procedere prima di oggi con la manifestazione d'interesse motivando con la necessità che a provvedere fosse il nuovo Consiglio. Mi rendo conto che prevale il timore di mettersi in competizione per paura che emergano professionalità e competenze più elevate, un limite di questa città che ho più volte rilevato. Prendo atto che in questo nuovo Consiglio si pensa di fare molta politica, rifletterò di conseguenza sul mio futuro in Fondazione. Mi sono trovato di fronte un CdI che non prende una strada compatta per dare forza e sostegno ad un rinnovamento che la città si aspetta. Il CdI ha responsabilità verso la città e i veronesi e non solo verso Fondazione Arena di Verona.
Sicuramente farò di tutto per tutelare la città anche perché sono molto preoccupato per la gestione degli eventi olimpici che ci attendono e che dovranno restare nella storia di Verona, ma che sono stati gravemente trascurati sinora.
Sono sindaco per elezione, ho mandato per 5 anni, vorrei che tutte le forze rimanessero compatte per la città, ma una banale manifestazione di interesse di 5 giorni ha messo in crisi equilibri legati a logiche consolidate che non mi appartengono. Serve invece essere liberi e avere un po' di coraggio per adottare metodi nuovi e più trasparenti. Ho la convinzione che in qualsiasi consesso collegiale si debba e si possa ragionare in modo aperto e libero ma questo CdI non ha saputo cogliere oggi l'opportunità. La città merita altro e deve guardare avanti».

Convocato per il 2 marzo alle ore 14 il prossimo CdI con all'ordine del giorno l'indicazione del nominativo da sottoporre al Ministro per la nomina a Sovrintendente.

Traguardi

«Desta stupore e preoccupazione la decisione di alcuni componenti del Consiglio d'indirizzo di Fondazione Arena di arroccarsi su logiche politiche e di rifiutare non un nome proposto dal sindaco Tommasi, bensì un metodo: quello di aprire una manifestazione d'interesse per individuare il nuovo sovrintendente tra le figure più autorevoli che avrebbero potuto candidarsi per questa posizione». Questo il commento sulla vicenda dei consiglieri comunali di Traguardi Beatrice Verzè (capogruppo), Giacomo Cona e Pietro Trincanato. 
«Il metodo proposto da Tommasi è in linea con quanto prevede la nuova normativa nazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche, ancorché non operativa, ossia la ricerca dei sovrintendenti tramite bando internazionale. Inoltre è l'unico adottato dalle grandi istituzioni culturali mondiali (musei, teatri e così via) per identificare i loro ruoli di vertice.
È un metodo che garantisce trasparenza e che avrebbe assicurato alla città di poter scegliere per la sua istituzione culturale più importante e rappresentativa i migliori in Italia e nel mondo, non certo per un'avversione diretta nei confronti del management precedente, ma nemmeno con la presunzione che soltanto nella stretta cerchia del nostro territorio vi siano le persone adatte a gestire Fondazione Arena.
È preoccupante che anche i membri del Consiglio d'indirizzo che hanno già avuto modo di operare all'interno di Fondazione Arena non riconoscano che a fronte del risanamento – oggettivo, ma per buona parte ottenuto tramite il commissariamento del recente passato – questa istituzione debba anche fare i conti con delle criticità importanti che riguardano la valorizzazione delle maestranze, un numero ingente di vertenze sulle quali non è possibile sorvolare e rapporti pressoché assenti con la città, senza contare la scarsa offerta culturale rivolta a un pubblico nuovo e giovane.
È sbagliato far finta che tutti questi problemi non esistano ed è estremamente miope ragionare come se l'unica strada giusta per Fondazione Arena fosse quella della continuità, senza nemmeno poter metterla in discussione. Per questa miopia rischia di pagare l'intero sistema Verona. Sosteniamo pienamente il sindaco Tommasi che, a fronte della gravità di quanto accaduto, si riserva di valutare il proprio futuro all'interno di Fondazione Arena».

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