rotate-mobile
Economia

Fieragricola lancia l'allarme il made in Italy a rischio

Sergio Marini, presidente Coldiretti, denuncia lacquisto di marchi italiani in mani asiatiche

Sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro nell’ultimo anno, anche per effetto della crisi che ha reso piu’ facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese.

L’allarme è stato lanciato dal presidente della Coldiretti Sergio Marini in occasione dell’inaugurazione della fieragricola di Verona, dove al padiglione 3 stand C2 è stato allestito “lo scaffale del made in Italy che non c’è piu’”. Ad essere presi di mira sono sopratutto i prodotti simbolo dell’Italia e della dieta mediterranea, dall’olio al vino fino alle conserve di pomodoro.

“Nello spazio di dodici mesi - sottolinea Marini - sono stati ceduti all’estero tre pezzi importanti del made in Italy alimentare che sta diventando un appetibile terra di conquista per gli stranieri. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo rischia di essere la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo - continua il presidente di Coldiretti - favorito dalla crisi di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire legame con il territorio”. Ed è per questo che all’interno della Fieragricola la Coldiretti ha aperto la bottega di campagna amica che si affianca alla grande distribuzione che va ad integrare la rete già attiva delle oltre cinquemila aziende agricole trasformate in punti vendita e dei mille mercati degli agricoltori già presenti su tutto il territorio nazionale.

"L’ultimo “pezzo da novanta” del Made in Italy a tavola a passare in mani straniere è stata - ricorda la Coldiretti - la Ar Pelati, acquisita dalla società Princes controllata dalla Giapponese Mitsubishi. Poche settimane prima era toccato alla Gancia, casa storica per la produzione di spumante, essere acquistata dall'oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard". Un panorama alquanto demoralizzante che rischia di portare nelle mani degli asiatici gran parte dei prodotti del nostro stivale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fieragricola lancia l'allarme il made in Italy a rischio

VeronaSera è in caricamento