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Fieragricola, Coldiretti mette in mostra il Made in Italy taroccato all'estero

C'è il grana brasiliano ribattezzato Reggianito o Parmesao, ma anche le imitazioni di provolone e mortadella. La Coldiretti chiede all'Italia di non ratificare il Ceta e all'Europa di non chiudere un nuovo accordo con i paesi del Sud America

Dal formaggio Asiago made in Japan al Grana brasiliano ribattezzato Reggianito o Parmesao, dal Provolone al Romano, fino al Sardo e alla Mortadela. L'Unione Europea, attraverso la firma degli accordi di libero scambio, legalizza le imitazioni delle più note specialità del Made in Italy. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione dell'inaugurazione di Fieragricola a Verona, dove sono stati esposti per la prima volta i tarocchi ufficialmente autorizzati dalla Ue.

L'ultima trattativa arrivata a minacciare l’agricoltura italiana, ha spiegato la Coldiretti, è quella in corso con i paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Sulle 291 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute dall'Unione Europea è stata proposta una lista di appena 57 tipicità da tutelare ma su 30 di queste sono state già presentate opposizioni, a partire dal Parmigiano Reggiano. Il risultato è che, di fatto, meno del 10% delle specialità Made in Italy sarà tutelato, assicurando così il benestare dell'Unione Europea alle imitazioni.

Ma a preoccupare la Coldiretti è anche l'apertura all'arrivo a dazio zero in Europa di grandi quantitativi di carne bovina dai paesi sudamericani. Si parla di un contingente di 70mila tonnellate che potrebbe aumentare fino a 130mila tonnellate. Ciò implica una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani e un abbassamento della qualità per i consumatori, considerato che l'86% della carne importata dall'Ue già proviene da paesi che non rispettano gli standard produttivi e di tracciabilità oggi vigenti in Italia. Lo stesso discorso vale per il riso, dove il contingente tariffario sarebbe di 45mila tonnellate, ma anche gli agrumi, specie considerano le problematiche fitosanitarie dei prodotti provenienti dagli stati sudamericani.

Ad aprire la strada ai paesi sudamericani, prosegue la Coldiretti, è stato il trattato di libero scambio con il Canada dove sono falsi quasi nove formaggi su dieci di tipo italiano. Il Ceta ha legittimato le imitazioni del Made in Italy che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali. L'unica salvezza è che il prossimo Parlamento eletto il 4 marzo non ratifichi il Ceta.

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