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Fatturati degli alberghi in ripresa, ma ancora sotto i livelli pre-pandemia

Giulio Cavara di Federalberghi Confcommercio Verona ha commentato gli ultimi dati Istat: «La realtà è tragica- Attendiamo le festività di fine anno con la speranza che l’andamento dell’epidemia e le nuove misure di contenimento non procurino danni»

Il 30 novembre scorso, l'Istat ha pubblicato il fatturato del settore servizi in Italia del terzo trimestre 2021. «Prosegue la crescita congiunturale con il terzo incremento consecutivo - è stato il commento dell'Istat - Si segnala, in particolare, un fortissimo recupero congiunturale delle attività di alloggio e ristorazione. Ma risultano ancora inferiori ai livelli pre-crisi i livelli di fatturato delle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, delle attività professionali, scientifiche e tecniche e delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione».
I numeri dell'Istat si sono concentrati soprattutto sull'incremento congiunturale, mentre Federalberghi ha sottolineato la seconda parte del commento e cioè che il settore ricettivo, nonostante la ripresa, non sia ancora tornato ai livelli del 2019.

I fatturati delle attività di alloggio e ristorazione, infatti, hanno fatto registrare un +71,2% rispetto al trimestre precedente e un +26,7% rispetto allo stesso trimestre del 2020. Ed isolando solo il settore alloggio, l'incremento è stato del 52,8% rispetto al terzo trimestre dell'anno scorso.

Il settore è dunque in ripresa, ma resta ancora al di sotto dei livelli pre-Covid. L'associazione degli albergatori di Confcommercio ha evidenziato che i fatturati del terzo trimestre 2021 sono inferiori del 35,8% rispetto a quelli del periodo corrispondente del 2019. La stima più ottimistica di Federalberghi è che il settore ricettivo italiano andrà a chiudere il 2021 con una perdita di quasi 10 miliardi di euro rispetto al 2019. Quindi con una perdita complessiva tra 2020 e 2021 di 24 miliardi di euro.

«Una realtà tragica, anche se molti si ostinano a rivolgere lo sguardo altrove, illudendosi che l’andamento favorevole della domanda italiana durante la seconda parte dell’estate sia stato sufficiente a compensare due anni di carestia - ha commentato Giulio Cavara, presidente di Federalberghi Confcommercio Verona - Soffrono in particolare le città d'arte come Verona, mentre altre tipologie di destinazioni vanno decisamente meglio. Lavorano a scartamento ridotto pure i meeting e i congressi, anche a causa delle limitazioni alla capienza delle sale congressuali.
Federalberghi Verona però non è pessimista: «Attendiamo le festività di fine anno e gli eventi organizzati sul territorio con la speranza che l’andamento dell’epidemia e le nuove misure di contenimento non procurino ulteriori danni ma incentivino lo spostamento e il turismo - ha concluso Cavara - E poi confidiamo di poterci finalmente lasciare alle spalle, dalla primavera 2022, questa emergenza sanitaria che non ci dà tregua».

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