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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dolcè, investimento della Fassa Bortolo bloccato. "Colpa della burocrazia"

Nel 2017, il gruppo trevigiano ha salvato la Vilca di Dolcè ed è pronto ad investire 42 milioni di euro. Mancano però i permessi del Comune. "Così non si aiutano le imprese"

È una situazione paradossale che mi lascia tanta amarezza perché in questo Paese per noi imprenditori è sempre più difficile investire.

A parlare è Paolo Fassa, presidente della Fassa Bortolo. Fassa si dice esasperato dalla "burocrazia che non aiuta le imprese ma addirittura le mortifica". E la burocrazia, in questo caso, riguarda il comune veronese di Dolcè.

Il gruppo trevigiano di Spresiano parla di occupazione ed investimenti a rischio a causa di un cavillo burocratico. Nel 2017, infatti, la Fassa Bortolo ha acquisito per 24 milioni di euro l'impresa Vilca di Dolcè attraverso un concordato preventivo con continuità aziendale. Mancano però i permessi del Comune di Dolcè, il quale in un primo momento si era dichiarato a favore dell'ampliamento del nuovo sito produttivo. "Un rimpallo tra sindaco, segretario comunale ed ufficio tecnico, per apporre una semplice firma rischia di far saltare un piano di investimenti di 42 milioni di euro", spiegano dalla Fassa Bortolo.

La Vilca è un'azienda del comparto della produzione di calce e attualmente impiega circa una cinquanta di addetti. Fassa Bortolo l'ha salvata da una crisi che sembrava irreversibile e ha messo a punto un piano di rilancio per potenziare le linee produttive, cambiare il combustibile delle fornaci per ridurre l'impatto ambientale, ampliare lo stabilimento per lo stoccaggio e rendere più efficiente la cava.

Come gruppo siamo pronti ad investire decine di milioni di euro, siamo pronti a migliorare la situazione ambientale e occupazionale - ha concluso Paolo Fassa - Se si continua così sarò costretto a ripensare alle strategie aziendali e indirizzare i progetti di sviluppo verso l'estero. Un pensiero comune a tanti colleghi che rischiano i propri soldi e si vedono negare le autorizzazioni solo perché un'amministrazione comunale non vuole decidere. Una sciagura per l'Italia e per i giovani che sempre di più abbandoneranno questo Paese per andare a lavorare altrove.

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