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Fallimenti e liquidazioni in diminuzione a Verona con il nuovo Codice della Crisi

A livello nazionale, il nuovo strumento legislativo non ha ancora dato gli effetti sperati, con procedimenti in aumento del 4% nel primo trimestre 2023

Il nuovo Codice della crisi e dell'insolvenza non frena ancora i procedimenti in tutta Italia, ma Verona è tra le eccezioni.

Nel luglio dello scorso anno è entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi a sostituzione della precedente Legge Fallimentare. Oggi infatti non si parla più di "fallimento" ma di "liquidazione giudiziale", nonostante i presupposti richiesti per la sua apertura rimangano nella sostanza invariati. La riforma è stata pensata nell'ottica di favorire una diagnosi tempestiva della crisi di impresa per la salvaguardia della continuità aziendale.
L'obiettivo del nuovo Codice è dunque quello di evitare il più possibile l'eventuale liquidazione del patrimonio dell’imprenditore insolvente, ma i numeri del primo trimestre del 2023 evidenziano che il risultato non è ancora stato raggiunto. Ad oggi i procedimenti delle sezioni fallimentari dei tribunali non sono calati, anzi registrano un leggero aumento del 4% a livello nazionale.

I dati sono stati forniti da Cherry Sea, l'Osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry, che ha analizzato l'ultima attività trimestrale delle prime venti sezioni fallimentari per volume di attività in Italia, tra cui quella di Verona.
Dallo studio è emerso che nel corso dei primi tre mesi dell’anno, sommando fallimenti e liquidazioni giudiziali, il numero complessivo di nuove procedure aperte non è calato rispetto al 2022, bensì è aumentato del 4% con 1.072 pratiche sopravvenute (218 fallimenti, -78% sullo stesso periodo del 2022, e 854 liquidazioni giudiziali).
Guardando poi ai singoli tribunali presi in esame, risulta che rispetto al primo trimestre del 2022 quello di Padova ha avuto un aumento del 168% nell’apertura di nuovi procedimenti (contemplando sia fallimenti che liquidazioni giudiziali), seguito da Treviso (+78%), Brescia (+46%) e Busto Arsizio (+44%). Al contrario, i tribunali con una riduzione maggiore di carichi risultano essere Verona (-53%), Firenze (-45%) e Genova (-42%). In valori assoluti, invece, Roma si conferma primo tribunale per complessivi procedimenti aperti da inizio anno (215), seguito da Milano (188), Catania e Torino (rispettivamente 66). In coda, invece, Genova (18), Cagliari (20) e Verona (22).

Nel dettaglio, la sezione fallimentare di Verona, nel primo trimestre del 2023, ha registrato un totale di: 929 fallimenti pendenti rispetto ai 985 dello stesso periodo del 2022 (-6%); 59 fallimenti definiti rispetto ai 39 del 2022 (+51%); 3 fallimenti sopravvenuti rispetto ai 47 del 2022 (-94%); 19 liquidazioni giudiziali sopravvenute e 22 nuovi procedimenti aperti (fallimenti e liquidazioni giudiziali).

Giacomo Fava

«Monitorare, raccogliere e analizzare i dati relativi alle nuove liquidazioni giudiziali e alle code delle procedure fallimentari in Italia ci ha permesso di catturare fenomeni interessanti come il fatto che, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza, il totale di pratiche aperte nel primo trimestre dell’anno sia aumentato del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022, in controtendenza dunque con le aspettative del legislatore - ha afferma Giacomo Fava, Lead AI Engineer di Cherry - L'intento della normativa di evitare i il fallimento delle aziende non sembra dunque essersi ancora verificato, ci vorranno probabilmente ancora dei mesi di assestamento nel passaggio dalle vecchie alle nuove procedure giudiziali. Nel frattempo, gli insights che emergono continuano ad essere un ottimo strumento per supportare i clienti nelle valutazioni strategiche nell’ambito del recupero crediti».

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