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Export in Veneto: -8,2% nel 2020. Perdite inferiori a 500 milioni nel Veronese

Il calo regionale è stato inferiore alla media nazionale, nell'anno rovinato dal coronavirus. E le esportazioni veronesi incidono per quasi il 20% nel totale di quelle venete

La capacità di esportazione delle imprese venete relativa al 2020 (pari a 59,8 miliardi di euro) segna una prevedibile flessione (-8,2%), ma il Veneto riesce a definire un risultato comunque migliore rispetto a quello nazionale (-9,7%). È quanto emerge dal rapporto stilato da Statistiche Flash, il periodico dell'ufficio statistica della Regione, che ha misurato la dinamica delle esportazioni dei settori produttivi veneti, analizzando in particolare l'impatto della crisi pandemica sull’interscambio commerciale con l’estero nazionale e regionale.

In un quadro generale che vede una contrazione complessiva delle esportazioni, la flessione delle vendite estere venete (condizionata sia dal crollo della domanda di beni, che nel 2020 ha penalizzato molti mercati internazionali, sia dalle restrizioni imposte per contrastare l’emergenza sanitaria) risulta più contenuta e meno marcata e se i mesi primaverili del 2020 sono quelli che fanno registrare il dato peggiore, il secondo trimestre dell’anno segna l’avvio di un recupero, che riporta al valore dello stesso periodo del 2019. Segnali incoraggianti per una ripresa delle vendite estere arrivano inoltre dalle prime stime sull’interscambio commerciale relative al primo trimestre del 2021: il valore delle esportazioni venete di beni è pari a 16 miliardi di euro e risulta in crescita di un +4,9% rispetto allo stesso trimestre del 2020, dimostrando maggiore dinamicità rispetto ad un dato nazionale comunque discreto (+4,6%).
A trainare l’export veneto sono i settori delle produzioni di metallo, delle apparecchiature elettriche e meccaniche; quanto ai mercati di destinazione, si segnala il sensibile aumento delle vendite verso Germania, Francia e Belgio.

Nel dettaglio, uno sguardo a livello territoriale permette di cogliere le differenze tra le singole province. Le maggiori flessioni del fatturato estero si registrano nelle province di Vicenza (-1,7 miliardi di euro rispetto al 2019), Padova (-1,3 miliardi), Treviso (-995 milioni) e Belluno (-882 milioni) ai quali si contrappone il risultato positivo di Rovigo (+490 milioni), derivante essenzialmente dal commercio di medicinali e preparati farmaceutici. Flessioni più contenute, inferiori ai 500 milioni di euro, si registrano nelle province di Venezia e Verona. Nonostante la forte contrazione, Vicenza conferma la sua leadership in Veneto per capacità di export (con una quota che supera di poco il 28% dell’intero fatturato estero regionale, pari a 16,9 miliardi di euro), seguita da Treviso (21% del fatturato estero regionale), Verona (19%), Padova (15,4%).
I settori più penalizzati dagli effetti della pandemia sono quelli della meccanica strumentale (primo settore dell’export veneto, con 11,6 miliardi di euro nel 2020) che segna un -10,5%, pari a 1,4 miliardi di euro in meno rispetto al 2019, e che influenza negativamente anche comparto metallurgico, che registra una contrazione dell’8,2%. Rilevante il calo del comparto moda, che pur restando il secondo settore dell’export veneto, vede una perdita dell’11,7% rispetto al 2019, fatturando quindi 9,5 miliardi di euro nel 2020. Battuta d’arresto anche per il comparto dell’occhialeria e delle apparecchiature mediche, che chiude il 2020 con un -23%, mentre l’agroalimentare dimostra una maggiore tenuta, limitando le perdite ad un -1,5% rispetto al 2019, pari a 7,1 miliardi di euro. In controtendenza il comparto chimico, con un +5,4% rispetto al 2019 (pari a 7,7 miliardi di euro), dovuto agli scambi di medicinali e preparati farmaceutici, cruciali nell’affrontare l’emergenza sanitaria.
Se la performance delle esportazioni verso le diverse aree geografiche ha visto quasi ovunque un segno negativo, le contrazioni più rilevanti hanno riguardato i mercati dell’Unione Europea (-8,7%, pari a una perdita di 3,5 miliardi di euro rispetto al 2019), dell’Asia Centro-Orientale (-17,4%), del Medio Oriente (-14,8%), dell’Africa (-14,9%) e dell’America Latina (-16,1%). La flessione più significativa in ambito europeo riguarda il mercato spagnolo, che segna un -21,8% rispetto al 2019. A seguire i mercati di Regno Unito e Francia, rispettivamente con un -11,4% e un -8,1%. Più leggera la contrazione del mercato tedesco, pari al -1,8%, che vede comunque ancora la Germania come principale destinazione delle vendite di prodotti veneti. Tra i principali mercati extra Ue, vale la pena sottolineare il dato relativo al mercato svizzero, che fa registrare il miglior risultato per il fatturato estero delle imprese venete: un +20,6% che fa diventare la Svizzera il quinto mercato di riferimento delle imprese regionali. L’export verso gli Usa, primo mercato extra comunitario e terzo assoluto per valore esportato dalle imprese venete, chiude il 2020 con un risultato leggermente negativo (-1,2%) mentre più rilevanti sono le perdite verso Cina (-8%) e Russia (-6,8%).

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