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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Zai / Viale del Lavoro

Cassa integrazione: 27.104 richieste. L'Ass. Donazzan: «Riaprire superando codici Ateco»

«È evidente che non possiamo continuare a ragionare solo in termini di sussidi e assistenza, ma bisogna organizzare la ripresa», ha spiegato l'Ass. regionale al Lavoro Elena Donazzan

«I dati degli Spisal, con più di  5.400 imprese controllate per oltre 230mila lavoratori, ci restituiscono la fotografia di un Veneto rispettoso delle prescrizioni di sicurezza e attento ad osservare le misure precauzionali per prevenire il contagio del virus. Misure del resto stabilite già con l’accordo regionale del 14 marzo, che di fatto ha anticipato i contenuti dell’accordo nazionale sul lavoro nelle imprese». L’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan commenta così la presentazione del piano regionale per la ripresa (fase 2) elaborato dal Dipartimento di Prevenzione sanitaria della Regione Veneto e anticipato alle parti sociali dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin.

L’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan

«In questi giorni ho promosso diverse riunioni con le parti sociali per parlare delle prospettive di ripresa delle attività produttive, in termini di salute e sicurezza, occupazione, costo sociale e nuovo modello organizzativo - prosegue Donazzan - Ho voluto monitorare il polso delle aziende, delle associazioni di categorie e del sindacato, rispetto ai temi del lavoro, della disoccupazione e del ricorso alla cassa integrazione, che oggi registra in Veneto 27.104 richieste in deroga per 84.041 lavoratori coinvolti».

L'assessore regionale Donazzan ha poi aggiunto: «È evidente che non possiamo continuare a ragionare solo in termini di sussidi e di assistenza, ma bisogna organizzare la ripresa. Il tavolo della moda, con la nota ufficiale di ieri, ha ben espresso l’urgenza di superare la "fase 1" di blocco e di anticipare le riaperture possibili, pena la morte di migliaia di piccole e piccolissime imprese, produttive e commerciali. Ben venga, quindi, un piano articolato e ragionato nel merito, fondato non sui codici Ateco, ma sulla capacità delle imprese di rispettare o meno le disposizioni di sicurezza per lavoratori, fornitori e clienti».

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