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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Zai / Viale del Lavoro

Approvato il decreto salva filiere made in Italy, Zaia: «Dobbiamo puntare alla sovranità alimentare»

Il provvedimento mira a contrastare la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali

«È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto salva filiere made in Italy, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura, che stanzia 1,2 miliardi per investimenti nelle filiere made in Italy, come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia». A renderlo noto è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ringraziare il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli in riferimento alla pubblicazione del provvedimento.

«Il decreto - sottolinea Prandini - consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali. Coldiretti, che lavora da anni su questi obiettivi anche insieme a Filiera Italia, - precisa ancora lo stesso Prandini - è pronta a presentare progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, dall’olio all’ortofrutta. I contratti di filiera, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare con un contributo dello Stato concesso per diverse tipologie di investimenti con un volume da 4 a 50 milioni di euro destinati a produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, per la promozione e la pubblicità di prodotti di qualità certificata o biologici, ricerca e sperimentazione».

Secondo la Coldiretti si tratta di «un provvedimento necessario per ridurre la dipendenza dall’estero in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 65% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento». Proprio su tale questione si è espresso in queste ore anche il governatore del Veneto Luca Zaia: «La dipendenza dall’estero del nostro paese in molte materie prime e alimentari indispensabili, sta dimostrando in questa emergenza ucraina tutta la sua realtà. Ancora una volta un big bang ci impone di ripensare alcuni modelli per il futuro. Il decreto salva filiere è un segnale fondamentale ma anche un messaggio culturale importante che invita, dove possibile, a riappropriarsi di molti di quegli spazi fino ad oggi delegati alle importazioni».

Così dunque il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha commentato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto salva filiere made in Italy: «Un intervento in questa direzione del governo era auspicato e indispensabile - ha poi concluso il governatore Zaia -. La nostra economia rischia di collassare sotto il costo delle materie prime. Ma salvare le nostre filiere non è soltanto un ragionamento finanziario. In ballo c’è il diritto di poter decidere del proprio sistema produttivo alimentare, culturalmente adeguato alle esigenze e prodotto e distribuito in forma sostenibile. In poche parole, dobbiamo puntare a quella che viene chiamata la sovranità alimentare».

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