rotate-mobile
Economia Centro storico / Piazza Bra

Pista da sci chiuse, Caner: «Per il Veneto, una perdita da 900 milioni»

L'assessore regionale ha commentato lo studio elaborato da Demoskopika sulle possibili perdite dell'industria turistica della neve in tutta Italia, stimate in oltre 9 miliardi di euro

«Siamo davanti a una vera e propria Caporetto per la montagna del Veneto. Ora, a conferma di quanto avevamo ipotizzato nelle scorse settimane, cominciano ad arrivare anche le prime stime che vedono nel lockdown bianco una perdita di quasi 900 milioni di euro per le nostre montagne: un dato che evidenzia indiscutibilmente la necessità di provvedere al più presto e con le adeguate risorse agli indennizzi di tutti gli operatori della filiera».
Ha riaffermato così la sua preoccupazione per il sistema economico turistico della montagna veneta l'assessore regionale Federico Caner, commentando lo studio elaborato dall'Istituto Demoskopika sulle possibili perdite dell'industria turistica della neve in tutta Italia per l'azzeramento della stagione sciistica a causa del Covid. L’indagine di Demoskopika rileva una perdita verosimile di 9,7 miliardi di euro a livello nazionale e di ben 8,3 miliardi per le sole destinazioni turistiche di Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia che insieme producono l'86,2 per cento degli introiti legati al settore. Un trend fortemente negativo, confermato anche dalle elaborazioni dell'Osservatorio turistico regionale, che nel 2020 registra per la montagna veneta un calo del 35% degli arrivi e del 24,2% delle presenze.

«In questi giorni è continuo il confronto con gli amministratori del territorio montano e con tutti gli operatori economici, non solo gli impiantisti, ma anche gli albergatori e i ristoratori, i proprietari di noleggio sci e i negozianti di abbigliamento tecnico - ha aggiunto Caner - Ho detto loro che prima di tutto sarà necessario fare una stima il più possibile precisa e puntuale dei danni e delle perdite subite: questo ci darà uno strumento ulteriore per interloquire con il Governo e chiedere nelle sedi appropriate rimborsi e ristori. Non entro nel merito del provvedimento che ha stoppato in extremis la riapertura e sono certo che per arrivare a una decisione di questo tipo i tecnici del Comitato tecnico-scientifico abbiano in mano elementi sufficienti a giustificarla. Ora però mi auguro che quanto accaduto serva da lezione: la montagna non si organizza in 24 ore e l'errore di annunciare date presunte e poi non rispettarle, non deve più ripetersi. Si lavori adesso senza tergiversare su due fronti: sui fondi destinati ai ristori e nell'attuazione del piano vaccinale».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pista da sci chiuse, Caner: «Per il Veneto, una perdita da 900 milioni»

VeronaSera è in caricamento