rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Zai / Viale del Lavoro

Fiere, Danese al Governo: «Così, i fondi stanziati rimarranno inefficaci»

Il presidente di Aefi chiede cambiamenti per la distribuzione dei sostegni al settore fieristico. Settore a cui la Lega prova ad andare incontro. E sull'aumento di capitale di Veronafiere, Bertucco avverte: «Amministrazione comunale in ritardo»

«Il Decreto Sostegni non ha tenuto conto di un limite normativo che condiziona pesantemente l'erogazione dei fondi riservati al settore, mentre le fiere tedesche percepiranno entro fine giugno 642 milioni di euro a fondo perduto. Siamo preoccupati perché in ballo non c'è solo il futuro del sistema fieristico italiano ma anche di uno strumento del Made in Italy che ogni anno genera 60 miliardi di euro di business. A oggi i quattro principali poli espositivi nazionali hanno percepito ristori per soli 8,5 milioni di euro, l'equivalente del 5% delle perdite subite nel 2020 e poco più dell’1% rispetto ai fondi stanziati, che con l'attuale impianto rimarranno in buona parte inefficaci». Le preoccupazioni del settore fieristico sono state sintetizzate così da Maurizio Danese presidente di Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) e di Veronafiere.
Per Danese: «L'ultima chiamata è quella del Sostegni Bis. Serve superare la norma di Bruxelles pensata per scongiurare concorrenza sleale tra Stati che paradossalmente sta avvantaggiando il nostro principale competitor, la Germania. Ciò che chiediamo è semplicemente un allineamento con il regime tedesco degli aiuti».

Da tempo, i quattro maggiori operatori fieristici italiani (Fiera Milano, BolognaFiere, Italian Exhibition Group di Rimini e Vicenza e Veronafiere), che da soli determinano il 70% del fatturato del settore, stanno rappresentando al Governo e alla politica i limiti di un sistema di gestione dei fondi che renderà in gran parte inattivi gli stanziamenti pianificati in favore del settore (più di 700 milioni di euro). Oltre ai ritardi nell'erogazione, anche a pieno regime il sostegno massimo complessivo in favore dei quattro poli non potrà infatti superare i 40 milioni di euro, a fronte di 170 milioni di euro di perdite registrate solo nel 2020. Colpa dei limiti imposti che prevedono un'erogazione massima di 10 milioni di euro per richiedente. Limite che la Germania è riuscita a superare sfruttando una deroga che scatta in caso di calamità naturali ed eventi eccezionali. Mossa che consentirà ai tedeschi il ristoro non solo delle perdite subite ma anche dei mancati margini riscontrati lo scorso anno, con un’erogazione complessiva di 642 milioni di euro.
Secondo Aefi, infine, c'è la necessità di incrementare la disponibilità dei fondi in dotazione al Ministero del turismo, in quanto quelli a disposizione del Ministero degli esteri sono riservati alle sole manifestazioni internazionali.

E una risposta dalla politica prova a darla la Lega attraverso emendamenti al Decreto Sostegni e al Decreto Riaperture. Il deputato della Lega Vito Comencini ha dichiarato: «Chiediamo che vengano accolte delle richieste di assoluto buonsenso, tra cui la possibilità di consentire in zona gialle i convegni e i congressi dal 15 giugno anziché dall'1 luglio, nel rispetto dei protocolli e delle linee guida. E se la Regione che ospita l'evento dovesse passare dalla zona gialla a quella arancione o rossa, consentire lo svolgimento ai soggetti in possesso delle certificazioni verdi Covid-19. Tra le richieste che presenteremo c’è anche quella di consentire quanto prima lo svolgimento delle attività formative Ecm (Educazione continua in medicina). Per quanto riguarda i servizi di ristorazione, infine, chiederemo che tra le attività autorizzate in zona gialla vengano compresi anche i servizi di banqueting e catering».

Ma la crisi del settore fieristico è anche un problema locale per Verona. Il Comune parteciperà all'aumento di capitale di Veronafiere, previsto per il prossimo 26 maggio, ma il consigliere comunale Michele Bertucco avverte: «L'amministrazione comunale non ha ancora programmato nulla: i documenti non sono stati messi a disposizione dei consiglieri, non sono state fissate le commissioni consiliari, non c'è la bozza della proposta di delibera. Contando che prima bisogna anche approvare il rendiconto consuntivo 2020 direi che siamo più che in zona Cesarini: l'amministrazione è in clamoroso ritardo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiere, Danese al Governo: «Così, i fondi stanziati rimarranno inefficaci»

VeronaSera è in caricamento