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Crisi Ferroli, l'annuncio di FIM Cisl: "Salvati quasi 200 posti di lavoro nel gruppo"

"Non è mai facile trovare accordi quando in gioco ci sono i destini di tanti lavoratori e delle loro famiglie. La delegazione della Fim ha lavorato per raggiungere l’intesa migliore possibile", ha detto il Segretario Generale Luca Mori

Nella giornata di oggi, lunedì 25 settembre, al Ministero del Lavoro si è conclusa la procedura di mobilità aperta dal Gruppo Ferroli lo scorso 7 luglio, dove si annunciava la riduzione di 542 lavoratori sui 1170 occupati (46% degli addetti del gruppo). Oggi sono stati siglati i verbali d’accordo per i siti Ferroli di San Bonifacio e Lamborghini Calor di Terre di Reno (FE), dopo quello dello scorso 7 settembre riferito allo stabilimento Ferroli di Alano di Piave (BL). La FIM Cisl annuncia quindi che, dopo quasi tre mesi di trattativa, il numero degli esuberi è sceso a 343 unità nel gruppo.

"È stata una trattativa lunga e difficile, con quasi un mese di sciopero e incontri al Ministero – ha detto Luca Mori, Segretario Generale della FIM Cisl di Verona – Non è mai facile trovare accordi quando in gioco ci sono i destini di tanti lavoratori e delle loro famiglie. La delegazione della Fim ha lavorato per raggiungere l’intesa migliore possibile; l’alternativa sarebbe stata assai peggiore per tutti i dipendenti. L’accordo – continua Mori – in sostanza riduce gli esuberi dichiarati del 47% nel sito di San Bonifacio, anche grazie all’operazione cooperativa nel reparto fonderia e ad altre uscite volontarie. Prevede inoltre, un sistema incentivante, a partire dai volontari, e pone i presupposti per iniziare i percorsi formativi necessari, sia per chi resta, sia per chi uscirà".

"Ora ci attendiamo – continua Mori – che la direzione dimostri di credere davvero nel rilancio della Ferroli, del suo marchio e della sua storia, poiché ci sono molti punti che vanno ancora chiariti, a partire dagli investimenti in alcuni reparti. Importanti saranno i percorsi formativi a sostegno sia delle professionalità interne e soprattutto di coloro che dovranno ricollocarsi nel mondo del lavoro".

"La procedura ha confermato quanto prevedeva il piano industriale presentato nel luglio del 2016: la chiusura dello stabilimento di Alano e il conseguente licenziamento dei 110 addetti – spiega Mauro Zulian, Rsu Fim dello stabilimento bellunese -. Siamo in cassa integrazione da più di un anno. Abbiamo iniziato percorsi formativi per la ricollocazione già dallo scorso gennaio. Ad oggi circa 45 lavoratori non hanno ancora trovato una nuova occupazione. Diventa, a questo punto, importante l’assemblea pubblica con le associazioni datoriali del bellunese che verrà promossa dall’Assessore Regionale Donazzan entro la fine del mese di ottobre ad Alano per sondare le offerte di lavoro".

Al Ministero gli accordi sono stati ratificati dalla sola FIM Cisl, poiché la Fiom Cgil ha ritirato la delegazione dal tavolo nelle fasi finali della trattativa. "Nei tre accordi sottoscritti non è, ovviamente, preclusa la possibilità individuale di opporsi al licenziamento. La nostra azione di tutela non è terminata – chiude Massimiliano Nobis segretario della Fim Cisl Veneto, coordinatore la tavolo ministeriale per la Fim nazionale - Ora dovranno partire con Anpal e Regione Veneto le politiche attive per permettere la ricollocazione nel più breve tempo possibile ai lavoratori in esubero, di cui 309 nei siti veneti. La Fiom non firma e parla di 'licenziamenti mascherati', ma la verità è che sono reali. Per questo la Fim, accanto ai lavoratori, ha scelto di assumersi le proprie responsabilità e di governare questa drammatica situazione per ridare speranza lavorativa a coloro che lasceranno la Ferroli con la contrattazione di percorsi di politiche attive. Per questo gli interventi previsti dal 'Piano di Azione' sottoscritto lo scorso 23 marzo con Anpal Servizi e la Regione Veneto sarà determinate".

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