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Coronavirus, Confcommercio Verona: «Governo confuso e disorientato»

Il presidente Paolo Arena all'assemblea dei soci: «La pandemia costringe tutti a ripensare il proprio modello di business»

Lunedì scorso, 14 dicembre, Confcommercio Verona ha tenuto in videoconferenza la sua assemblea ordinaria dei soci. Il direttore generale Nicola Dal Dosso ha illustrato un documento in cui è stata sintetizzata l'intensa azione svolta dall'associazione di categoria a tutti i livelli durante l'emergenza Covid. Un'emergenza che è stata al centro anche del lungo intervento del presidente Paolo Arena.

«RIPENSARE IL PROPRIO MODELLO DI BUSINESS»

Nel suo discorso ai soci di Confcommercio Verona, il presidente Arena ha dichiarato: «La pandemia ha impresso una incredibile accelerazione ad alcune tendenze che erano già in atto. La fase odierna mette insieme crisi ed esigenza di cambiamento: tutti devono ripensare il proprio modello di business. Sarà difficile tornare indietro e togliere alla tecnologia digitale il ruolo assunto durante la pandemia, ma sono convinto che debba essere raggiunto un equilibrio tra le persone, il modello di vita che conosciamo e la tecnologia. Le nostre imprese hanno un enorme punto di forza su cui fare leva: quella parte umana che fa la differenza, quella irrinunciabile componente relazionale e consulenziale che è fondamentale e che sarà fondamentale quando questa emergenza sarà terminata. C'è un grande desiderio di società di incontro e confronto, insomma di vita reale e noi tutti saremo chiamati a guidare la rinascita della nostra società e del nostro Paese».

LE CRITICHE AL GOVERNO

Sulla gestione dell'emergenza coronavirus, Arena non ha risparmiato critiche al Governo nazionale, definito «confuso e disordinato» per i tanti dpcm che «dovevano fornire una guida, una rotta sicura dove navigare anche in questo mare in tempesta» ma che «non hanno tenuto conto delle aspettative e della necessità di chiarezza di tante imprese, che hanno vissuto e continuano a vivere invece nell'incertezza più totale del futuro».
«Siamo in lockdown sì o no? - ha aggiunto il presidente di Confcommercio Verona - Perché, se lo siamo, il Governo prenda la responsabilità politica di questa scelta e la porti fino in fondo, prevedendo ristori congrui per le aziende. Questi lockdown mascherati generano confusione e continuano a martoriare il tessuto imprenditoriale del commercio, dei pubblici esercizi, del turismo, delle professioni e del trasporto persone».
Ed oltre al problema dei ristori, Arena ha sollevato anche il tema di alcune iniziative governative, come la lotteria degli scontrini a cui si collega l'obbligo di accettare i pagamenti tramite carta «senza aver prima risolto il problema del costo di questi strumenti che ovviamente rimangono sempre a carico dell'imprenditore - ha spiegato Paolo Arena - Lo scopo è quello di limitare l'uso del contante e diminuire il sommerso dell'economia. Quell'economia sommersa che da troppi anni, troppi governi continuano ad imputare alle aziende che noi rappresentiamo chiudendo gli occhi sugli effettivi problemi che generano la grande elusione ed evasione che certo non fanno parte dei nostri mondi ma che a troppi sono convinto convenga far credere. Non smetteremo mai di continuare a chiedere il principio della gratuità effettiva dell'uso e dell'accettazione degli strumenti elettronici di pagamento. E questo momento storico ci consegna una assoluta necessità di una proroga sull’avvio della lotteria degli scontrini perché solo il 60% dei registratori telematici è stato aggiornato ed è impossibile un adeguamento di tutti gli apparecchi entro la fine dell'anno. Un ritardo non imputabile ai commercianti, visto che il mercato, anche a causa della pandemia, non è stato in grado di fornire l'aggiornamento degli apparecchi per una così amplia platea di soggetti».

LE PERDITE ECONOMICHE CAUSATE DALLA PANDEMIA

«Solo nei primi 7 mesi dell'anno, nel nostro territorio sono stati bruciati oltre 7,3 milioni di giornate di presenza turistica - ha illustrato Paolo Arena - Solo 2,7 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive veronesi, contro i 10 milioni rilevati nel medesimo periodo del 2019. Una flessione di oltre il 73%. Il bilancio a chiusura d'anno sarà ancora peggiore, e le previsioni non sono certo buone, con uno scenario condizionato dalle restrizioni, dall’emotività e dall’incertezza che rischiano di far saltare il business di molti portandolo al punto di non ritorno». Ed a livello nazionale «le restrizioni previste dall'ultimo dpcm del Governo rischiano di causare un'ulteriore perdita di consumi e di Pil di circa 17,5 miliardi di euro nel quarto trimestre dell’anno, concentrata negli ambiti della ristorazione e del turismo, della convivialità e della ricreazione in generale, dei trasporti e della cura della persona, portando a una riduzione complessiva dei consumi nel 2020 ad oltre 133 miliardi di euro rispetto al 2019 (-12,2% in termini reali)».

COSA SERVE AGLI IMPRENDITORI

«Servono ristori e indennizzi adeguati, tempestivi, inclusivi, con ampie moratorie fiscale - è la richiesto del presidente di Confcommercio Verona - Le nostre aziende devono essere tenute in vita anche perché senza impresa non c’è ricchezza né lavoro. Noi vogliamo lavorare, tenere aperto non perché siamo dei negazionisti ma perché ad oggi è l’unica via che ci fa sperare nel poter introitare un minimo di fatturato per non vedere andare in fumo la nostra azienda le nostre certezze. Bisogna fare di più su tutti i fronti, e rivedere soprattutto il tema-liquidità, abbinando provvedimenti che stimolino la domanda e gli investimenti».

LA CAPACITÀ DI FARE SISTEMA

«In questo periodo di crisi - ha proseguito Arena - è emersa però la capacità di fare sistema tra tutti gli attori pubblici e privati veronesi, con tavoli permanenti volti a sostenere e a supportare per quanto possibile le nostre aziende in questo momento di grande difficoltà. Confcommercio Verona è sempre stata in prima linea. Ci stiamo concentrando insieme alle altre associazioni di categoria e con la Camera di Commercio per sostenere gli asset principale della nostra provincia, la Fiera di Verona, la Fondazione Arena, l'aeroporto, settori da sempre trainanti e colpiti duramente dalla pandemia ma necessari per la ripartenza. Oggi il nostro obiettivo è traghettare, nel mezzo di questa tempesta perfetta, le imprese verso il futuro, che è già qui, coscienti però che le nuove sfide vanno cavalcate, sfruttando le opportunità e le potenzialità che portano con loro. Nella consapevolezza che per tornare a una situazione economica ante-Covid servirà tempo ma che quel tempo ci dovrà consegnare una vita migliore per noi e per le future generazioni».

LA RIPARTENZA

Per preparare la ripartenza, Confcommercio Verona ha «proposto che Legge di Bilancio e il piano nazionale di ripresa e resilienza mettano in moto una nuova stagione d'investimenti e di riforme che consentano d'innescare più produttività e più crescita - ha detto Paolo Arena - Basta con i contributi a pioggia senza prospettive e senza strategia. La pandemia ha imposto alle nostre piccole e medie imprese una trasformazione digitale e si stanno attivando per garantire un'offerta multicanale senza perdere la loro identità che è anche la loro forza. La persona al centro di tutto. La pandemia è stata una accelerazione per molti cambiamenti e decisioni. Oggi è il momento di iniziare a scrivere un nuovo futuro dove mettere fine al problema della distorsione della competitività: i grandi siti di commercio online che riescono a sfruttare le maglie larghe del fisco e delle regole devono essere fatti rientrare nel mondo competitivo delle aziende territoriali per far si che la loro attività generi ricchezza al sistema al pari delle altre».

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