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Caro energia, nel 2022 spesa più che raddoppiata per le imprese. Confcommercio chiede l'intervento del governo

«Abbiamo bisogno di interventi robusti per calmierare il caro energia. - dice il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova Patrizio Bertin - Piccoli oboli non modificano la drammatica situazione»

«Bene il terzo polo, bene il pullmino elettrico, bene i quindici punti programmatici, bene tutto. Ma i partiti, tutti presi da liste e seggi sicuri, hanno un minimo di idea della drammatica situazione che sta determinando l'arrivo delle bollette elettriche alle imprese e alle famiglie?». A chiederlo, non senza una punta di velata ironia, è il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova Patrizio Bertin, il quale spiega di avere il telefono ingolfato di messaggi di colleghi che segnalano arrivi a cinque cifre: «Così diventa difficilissimo lavorare. - evidenzia lo stesso Bertin - Per ben tre buoni motivi. Primo: la gente, visto che deve pagare le bollette, non ha soldi da spendere. Secondo: se aggiorniamo i listini, oltre che passare per speculatori, finiamo per assottigliare la clientela. Terzo: i bilanci aziendali sono totalmente sballati il che significa che a luglio abbiamo lavorato in perdita».

Il presidente Patrizio Bertin, ricorda inoltre che, secondo un'indagine di Confcommercio realizzata con Nomisma Energia, è stato calcolato come nel 2022 le imprese del terziario «spenderanno in energia 24 miliardi di euro, più del doppio rispetto all’anno precedente, in cui la bolletta fu di "soli" 11 miliardi». Insomma, se si confrontano i numeri dell'anno precedente c'è davvero poco di cui rallegrarsi: tra luglio 2021 e luglio 2022 gli aumenti della spesa annuale «sono arrivati a toccare punte del 122% per l’elettricità» e «del 154% per il gas». I dati riportati nella nota di Ascom Confcommercio di Padova mostrano poi nel dettaglio che «gli alberghi hanno speso in media 55mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18mila), dai ristoranti (+8mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4mila per entrambi)». Non cambia affatto il discorso se si prende in considerazione il gas, con il settore alberghiero a «+15mila euro» e ristoranti a «+6mila», mentre per bar e negozi «il rincaro annuale si attesta tra il 120% e il 130%».

«Il problema - commenta il presidente dell'Ascom Confcommercio - è che non c'è la giusta percezione di cosa comporti e comporterà il caro energia. Esso sta diventando l’emergenza prioritaria per le ripercussioni sulle imprese del terziario e sull’inflazione e, dunque sulle famiglie che non hanno minimamente idea dell'impatto notevolissimo che i prezzi dell'energia avranno su di loro e sulle imprese a partire dal primo ottobre».  Secondo Bertin a dover intervenire dovrebbe essere l'attuale governo dimissionario: «È chiaro che non possiamo permetterci l'arrivo di quello nuovo - afferma Patrizio Bertin - perché di tempo non ce n'è. Sento parlare di extraprofitti delle società energetiche che stanno facendo enormi profitti perché a causa di eventi imprevedibili il prezzo di gas e petrolio è schizzato in alto, mentre gli acquisti loro li avevano fatti ben prima ad un prezzo molto più basso. Ebbene, - evidenzia il presidente Bertin - qui il governo non deve avere tentennamenti: gli extraprofitti devono servire per ridurre il peso delle bollette di famiglie e imprese». 

In conclusione il presidente Patrizio Bertin si appella nuovamente alla politica: «Abbiamo bisogno di certezze e dunque abbiamo bisogno di interventi robusti per calmierare il caro energia. Piccoli oboli non modificano la drammatica situazione e non ci serve nemmeno l'apertura di credito delle banche, perché poi sono soldi che comunque devono essere ritornati e se ai profitti si sostituiscono le perdite non so come si potrebbe fare. Piuttosto non sarebbe male un intervento, anche regionale, a fondo perduto per affrontare i costi del fotovoltaico, utile per abbattere i costi dell’energia».

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